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Editoriale

DALLA PENSIONE AL REDDITO D’ILLUSIONE

E’ ripartito il balletto sull’età pensionabile, come se il traguardo della vita fosse l’uscita dal lavoro, prima che l’ingresso. Il problema è maturare la pensione, avendo trovato lavoro e poi rimanere in buona forma per mollare il più tardi possibile. A mio avviso, l’inattività è la peggiore delle patologie. Dunque la pensione… A sessantacinque ? No, vecchia roba. Facciamo a sessantadue, piuttosto che ai deprecati sessantasette? Ma no, l’ideale è “Quota Cento” e guai a chi la tocca ! Ma se non hai mai avuto un lavoro, non lo trovi e neppure lo cerchi, di che pensione parliamo? Beh, non c’è problema: prendi intanto il Reddito di Cittadinanza e poi farai domanda per la Sociale … Uffa, ma ai pensionati normali, “quelli che la minima”, gli sfigati, che hanno fatto gli artigiani, gli agricoltori, i commercianti, che non arrivano a mettere insieme l’affitto di casa con la spesa e magari aiutano pure figli e nipoti, ci pensano quelli che straparlano di pensioni e si dimenticano dei pensionati? Da quindici anni non corre l’aumento di un centesimo e più passa il tempo, più si avverte il taglio brutale subito con l’avvento dell’Euro, che ha dimezzato anche i risparmi. Pensionati d’Italia, quelli INPS che i sessantacinque anni e un giorno, quelli che silenti e malandati attendete un barlume d’attenzione, battete anche più di un colpo e pretendete che ci si ricordi di voi, prima che sia troppo tardi. Diversamente, continuate ad affidarvi al reddito d’illusione, quello con cui siete arrivati sin qua…

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