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Teo gfo – “penso che sperimentare sia una base per orientarsi nella vita”

In questa intervista Teo gfo ci parla del suo nuovo album “La Città del Sole” e della sua musica….

Benvenuto sul nostro sito. Ci spieghi come è nata in te la passione per la musica?

Buongiorno! È un piacere ritrovarsi sul vostro sito! La mia passione per la musica è nata quand’ero bambino, ballando sui riff dei Beach boys e ascoltando musica popolare francese. Poi da adolescente ho cominciato ad ascoltare musica più seriamente, soprattutto rock. Poco tempo dopo ho comprato la mia prima chitarra. Da li è nato il grande amore!

Chi sono i tuoi modelli musicali?

Non credo di avere dei “modelli musicali” intesi come persone. Ci sono artisti che apprezzo, quello si, come Manu Chao, Mannarino, Keny Arkana, Rafael Lechowski… I miei “modelli musicali”, se cosi vogliamo chiamarli, sono piuttosto un insieme di concetti: ad esempio rock, musica latina, canzoni popolari, modestia, umiltà, alcuni strumenti come fisarmonica, sax, trombe, chitarra classica… scale minori, immagini, condivisione, semplicità, cura, allegria, tristezza, sincerità…Questi sono alcuni dei modelli che applico alla mia musica.

Come nasce una tua canzone, come prende forma?

La maggior parte delle volte vedo, sento o percepisco qualcosa che in qualche modo mi accende una lampadina. Appena posso prendo la chitarra in mano e cerco un giro di accordi che emozionalmente evochi quanto detto prima. Poi tutto fluisce e prende forma. A volte per la scrittura ci metto poco, altre tanto… La verità è che sono molto minuzioso e fin che non mi piacciono davvero tantissimo tutti i versi, non è concluso il brano. Per uno dei versi del brano “La Città del Sole” ci ho messo mesi ahahah!

Ci sono influenze che vanno dal rock al rap, dal prog al cantautorato nella tua musica. Quanto è importante sperimentare con la musica?

Più che per la musica nello specifico, penso che sperimentare sia una base per orientarsi nella vita… Penso sia necessario per capire cosa ti piace maggiormente, in cosa sei portato, cosa ti rispecchia, cosa ti rende felice, cosa invece ti rende triste… Crea poi delle coincidenze che sanno guidarti; se sai riconoscerle, ovviammente. Penso che l’importante rimanga però farlo per sé, non per gli altri…A livello di genere musicale ad esempio, dopo aver sperimentato un po’ in questo primo album, posso dirti che nel prossimo che sta attualmente prendendo vita il genere è molto più definito, caratteristico, autentico.

Hai appena pubblicato “La città del sole”. Puoi presentarlo ai nostri lettori? So che è un concept album, spiegaci tutto per bene….

La Città del Sole è come lo dici tu un concept album di cui la prima canzone fu’ registrata nel 2019. Dopo una grande delusione ed un periodo alquanto buio ho deciso di riprendere la chitarra in mano e mi sono messo a scrivere. Inizialmente pensavo di scrivere una sola canzone ma mi sono ritrovato a scrivere molto più del previsto. Questo racconto è un viaggio che parte dal sottosuolo, dai cunicoli oscuri della mente, in direzione del sole, della luce. È una sorta di vagabondare senza meta precisa, nella speranza che la luce possa riaccendere la tua candela e riportandoti ad apprezzare la vita. In quel momento non c’era nessuna certezza, solo fede nel seguire una direzione e speranza di poter ritrovare sé stesso. Ogni canzone è una meta, una sosta lungo il viaggio… E dopo una lunghissima camminata durata anni, finalmente le cose hanno ritrovato colore ed è stata innalzata la Città del Sole, luogo dove si comparte la luce e dove anche l’uno fa’ la differenza. Un luogo di gioia, dove insieme si balla, si canta, si ride, si piange e ci si libera di tutto per stare bene nuovamente; una sorta di città dal tempo terapeutico, un posto di rinascita…

Con che spirito sono nate “Ritorno all’essenza” e “La Città del Sole”, canzoni più profonde?

Tutto questo viaggio è stato caratterizzato da un altalenarsi di stati emotivi… “Ritorno all’essenza” è uno degli ultimi brani che ho scritto mentre “La Città del Sole” è proprio l’ultimo; periodi nei quali avevo ormai metabolizzato, al meno parzialmente, quanto era accaduto. Questo credo ha fatto si che sono venuti dei testi più profondi e più umani. Il primo brano è stato scritto in varie volte, erano fondamentalmente pensieri che sono poi stati aggregati sotto forma di canzone. Il secondo brano per quanto riguarda la sua struttura è stato subito chiaro; ho però messo molto tempo a scegliere alcuni versi rispetto ad altri.

Per il tuo album hai collaborato con diverse persone. Ci puoi dire come scegli le persone che poi collaborano con te? Quali sono i criteri che adotti?

In realtà sono le coincidenze che mi hanno presentato ogni membro che ha partecipato a questo viaggio. Sono loro a darmi la possibilità di collaborare con una persona o meno. A me piace la musica, andare di qua di la a sentire gente suonare e cantare, compro ancora cd e vinili, parlo con chi incontro alle serate, per quanto posso mi dò da fare nel seguire tutto ciò che ha a che vedere con la mia passione; e non perché devo, ma perché mi fa stare bene. Dandosi da fare ti crei delle opportunità e le coincidenze avvengono. I fili si intrecciano, non so come spiegartelo; e chi si somiglia si piglia. Una cosa che reputo fondamentale è essere una persona di cuore, di anima buona, che abbia ancora valori…Perché poi lo si percepisce a livello energetico nella propria musica. Si deve essere sulla stessa lunghezza d’onda, vibrare più o meno allo stesso modo insomma!

In una società sempre più senza spessore e profondità quanto è importante cercare e tendere a queste ultime?

Penso sia tanto importante… Non per me, non per te, ma per tutti noi. Penso possa essere un modo per evolverci. Ma non tutti sono pronti a dare per ricevere ed ancor meno dare senza spettarsi nulla in cambio. Molte persone non si danno neanche 5 minuti per cercare cosa devono cambiare in loro stessi. Altri accusano invece di rimettersi in questione…Un mondo assurdo… Già da bambini ci si insegna a competere con l’altro, per essere migliore… Fortunatamente ci sono ancora delle candeline accese di qua di la per il pianeta. Credo che la musica possa aiutarci se la trattiamo con rispetto.

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