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Stardust – il grande jazz di Alberto Pibiri

Cagliaritano di nascita, ma trasferito a New York, Alberto Pibiri compie gli studi presso il conservatorio della città natale, ma presto vira verso il jazz, valorizzando, comunque, la sua formazione classica. Forma allora un trio jazz per omaggiare Oscar Peterson, inizia a lavorare con Sheila Jordan a Parigi e poi anche con Dave Stryker, gira il mondo con la sua musica, ed infine approda alla Carnegie Hall di New York . Attualmente è una figura di spicco nella scena musicale di New York, ed è stato anche protagonista del documentario di Giuseppe Carrieri Italiani fuori, dalla Sardegna a New York: il talento jazz di Alberto Pibiri, che ha avuto un successo online senza precedenti.

È uscito il suo primo album in trio Stardust, registrato al Samurai Hotel Recording, Astoria, NY, mixato e masterizzato da Mike Marciano. Ad affiancare il musicista cagliaritano sono il bassista Essiet Okon Essiet figura leggendaria che ha suonato con Art Blakey e il batterista Joe Farnsworth, drummer tra i più virtuosi di questa generazione.

Lo stile di questo musicista guarda a Bill Evans, ed, ovviamente, a Oscar Peterson, ma la sua formazione classica emerge in vari punti del disco, che oltretutto è costituito da rielaborazioni di celebri standards e da composizioni originali. La prima traccia del disco, Lullaby of the leaves è una composizione di Bernice Petkere, diventata celebre nell’esecuzione di Ella Fitzgerald, che Alberto forza in varie dimensioni, attraverso accordi dissonanti. Bastano le prime battute per comprendere come il suo stile sia marcatamente classico, fatto di frasi concise, rielaborate attraverso il linguaggio jazz.

Moonlight in Vermont, composizione di John Blackburn e Karl Suessdorf, diventa una ballad a tratti dissonante, con frasi pianistiche spezzate. Qui abbiamo modo di percepire chiaramente la morbidezza e la duttilità delle dita del musicista, per il quale il calore determinato dal suono sembra davvero essere tutto. E l’influenza classica, anche qui, è evidente. In Crazeology, Alberto fa un degno tributo al dio Charlie Parker, attraverso frasi rapide ed ordinate, che trasformano la celebre composizione in un autentico concerto per piano. Nigerian Marketplace, di Oscar Peterson diventa un sofferto dialogo tra piano e contrabasso che ci conduce verso improvvisazioni veloci ed interessanti giochi sonori. My heart is with you è una composizione originale del trio: Alberto usa le note basse del piano come tappeto per vari fraseggi, che conducono all’improvvisazione di piano. La breve, intensa e corale, Stardust, a tratti evoca contenuti apocalittici, è fatta di frasi maestose, quasi epiche,. È una composizione di Hoagy Carmichael: un vero e proprio messaggio di speranza, post pandemia. Swing’s Dance e Minor Ideas sono composizioni originali: la prima è alla ricerca di una composta semplicità, la seconda, hard bop, ha un ritmo intenso. Blues by night è, assieme a Angel Eyes, l’unica traccia blues del disco, ed è interessante notare l’approccio di questo musicista al genere. Billy Boy, celebre nella versione di Miles Davis, verte più verso il rock and roll che verso la matrice folk dalla quale è stata generata

In Stardust, Il musicista sardo riesce a trovare un approccio del tutto personale al jazz ed alla sua storia, e lo fa con gran tecnica, raffinatezza ed originalità.

L’album Stardust è disponibile sul sito www.albertopibiri.com e ascoltabile su SoundCloud: https://soundcloud.com/albertopibiri/sets/stardust

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