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Regione Lazio, primo ok per le case pubbliche ai padri separati

Nella Regione Lazio anche i padri separati potrebbero presto accedere alle graduatorie per un alloggio pubblico: è quanto prevede un emendamento al cosiddetto ‘Collegato’ al Bilancio, in queste ore in discussione nella commissione Bilancio del Consiglio, e presentato dal consigliere Sergio Pirozzi. Il testo è stato approvato all’unanimità dalla commissione.

“Dalle nostre informazioni – spiega l’ex sindaco di Amatrice – l’unica Regione italiana in cui si può fare è la Lombardia”. Il ‘Collegato’ arriverà in Aula a settembre per l’approvazione definitiva, e in quella occasione l’ex sindaco di Amatrice presenterà un provvedimento più ampio sempre dedicato ai papà rimasti senza una casa che prevede inoltre un sostegno economico. L’idea è nata nel corso della sua campagna elettorale: “Ho sentito molte storie – spiega – ho incontrato parecchi uomini che dormivano in macchina”. Il nodo, sottolinea, è che i bandi della Regione al momento “escludono chi è proprietario di una abitazione”, e quindi di conseguenza i padri che pur rimanendo titolari dell’immobile rimangono senza un tetto perché la casa viene assegnata alla moglie e ai bambini. Ecco perché l’emendamento dispone di non considerare “i diritti di proprietà o altri diritti reali di godimento relativi alla casa coniugale in cui risiedono i figli, se quest’ultima è assegnata al coniuge o comunque non è nella disponibilità del richiedente”.

Nei mesi passati la Regione Lazio era già intervenuta a sostegno dei padri separati: a febbraio scorso il governatore Nicola Zingaretti aveva inaugurato dei mini-appartamenti a loro destinati ricavati nel comprensorio dell’Ipab Sant’Alessio, dati in fitto per un massimo di un anno a 200 euro al mese. A settembre la Regione, con il ‘Collegato’, potrebbe aggiungere un altro tassello con la proposta di Pirozzi: si prevede infatti, si legge nell’emendamento per l’Aula, un “sostegno per l’integrazione del canone di locazione sotto forma di un contributo della durata di 24 mesi” per chi deve versare un assegno di mantenimento per i figli, non possiede altre case, e non ha la disponibilità della casa familiare in cui risiedono i bambini.

Potranno accedervi i residenti nel Lazio da almeno 3 anni, con figli minori; il contributo non potrà essere sotto i 200 euro al mese. Unica eccezione, spiega Pirozzi, “le separazioni in cui ci sono stati episodi di violenza: ci sono tanti divorzi che nascono perché uno alza le mani”. Niente contributo anche per chi viene meno “ai suoi doveri di cura e mantenimento dei figli”. L’ex sindaco di Amatrice propone, per finanziare questa legge, un fondo di 4 milioni di euro l’anno per il 2019 e il 2020. “Sono temi a cui pochi pensano – conclude Pirozzi – Sono convinto che tutto il Consiglio darà la sua approvazione”. (ANSA)

 

 

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