PERIN 7 Inizio da far tremare i polsi e 2 reti subite senza colpe e senza poterci fare nulla. Poi, dato che davanti a lui la squadra si scuote e prova ad entrare in partita, prende fiato. I contropiede del PSG sono micidiali, ma Mbappè non graffia e Neymar lo invita ad una grande parata su un pallone che sbuca da dietro la sagoma piantata dalle sembianze di Bonucci.
BREMER 5,5 Come è lontano l’Olimpico…la Champions è un altro sport rispetto all’altro campetto torinese. Opposto a Mbappè, Neymar e Messi, cerca di galleggiare come gli è possibile, ma non supera i 5 minuti di orologio e già c’è da rincorrere. Partita di sofferenza prolungata e se alla distanza la prestazione lievita, è perché il ragazzo ha della stoffa ed anche del carattere.
BONUCCI 5 L’anello debole della difesa. Da queste parti, verso la fine dell’800 agì un certo Léon Gambetta, primo ministro. Gambetta per Bonny è invece una delle due articolazioni inferiori buttata a coprire le traiettorie, girandosi e confidando nella buona sorte. Sul primo gol è in ritardo come la tradotta che andava a Praly. Credetemi, ho sperato in una ricaduta, ma la buona salute ha convinto il mister a schierarlo e, ma è solo un caso, scocca l’ora della prima doppietta incassata nella stagione. Ma è solo un caso…
DANILO 7 “Io, vagabondo che son io, vagabondo da una fascia all’altra”… Inizia a sinistra in un 3 – 5 – 2 che sa tanto di uomo contro uomo. Che cosa? Contro quelli lì? Ma dai… Eppure Danilo non demorde e non indietreggia e quando nella ripresa può godere di spazio a metà campo, iniziano le sgroppate a sostenere l’azione con autorità. Finisce a destra, per la ragion di Stato e chiude meglio del predecessore Cuadrado. Ne vorrei altri 4 o 5 come lui.
CUADRADO 5,5 Oddio, rispetto a Firenze, sembra il fratello più bravo dei due. Ma c’è tanta di quella ruggine da dover intervenire con una mano di minio. In 75 minuti di gioco da lui forse parte un cross e avversari saltati, zero (DE SCIGLIO 6 Spostato Danilo a destra, Mattia si oppone alle folate stanche di un Neymar in crisi di fiato. Da bravo soldato che esclama: “Comandi”)
MIRETTI 5 Quante pagnotte, quanto companatico, quanti sacrifici deve fare il Fabietto. La strada è lunga per affermarsi e la trasferta di Parigi sta a dimostrare che non si improvvisa niente. Senza scoraggiarsi, anzi. Incrocia le gambe di Neymar ed il cartellino di Taylor e poi tanti saluti (McKENNIE 6,5 Mi è permesso affermare che Allegri azzecca il cambio giusto o qualche malmostoso di cui è pieno il mondo dei social mi toglie il saluto? Tutta altra consistenza del sostituito, con il colpo di testa del goal juventino, in compartecipazione a… Paperumma. Se entra in condizione l’americanino, ne vediamo delle belle)
PAREDES 6 In faccia agli ex compagni Leandro gestisce il pallone senza mai perderlo, in mezzo al traffico, con sufficiente padronanza. Dà l’impressione che sia in fase di studio delle movenze dei compagni, oltre a puntare in avanti e non lateralmente come quello che fu Arthur. Sperùma.
RABIOT 7 Mi tremano i polpastrelli mentre digito che Adrien è il migliore in campo. Tignoso nei contrasti, attivo dall’inizio al cambio, quasi da solo demolisce le certezze del centrocampo francese, andando su tutti i palloni e su tutte le linee di passaggio. Quasi quasi mi viene da ringraziare “CRUDELIA RABIOT” per non aver concluso la cessione al Man Utd. E un po’ mi vergogno (KEAN S.V. Il solito U.F.O. dei 5 minuti finali)
KOSTIC 6 Ha il merito della palla in mezzo che frutta la rete bianconera. Ha inoltre il merito di accompagnare l’azione con continuità e di non chiudere gli occhi un attimo prima di qualunque traversone. Viene più volte indietro a fare densità, quando le folate rossoblù si fanno più pericolose. Mi dà l’impressione che si stia integrando e Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno.
MILIK 6,5 E’ l’incarnazione di quanto la Juve meritasse di più nella serata. Sull’unico cross degno di tal nome di Cuadrado, anticipa di testa tutta la difesa parigina, ma deve fare i conti con Donnarumma che smanaccia alla bene meglio. Sarebbe l’1 a 1, che peccato. E’ un riferimento costante in profondità e nella ripresa si rende pericoloso in area sui pochi traversoni che arrivano. Va gestito e preservato, perché questo non è un “vice Vlahovic”, ma un titolare a tutti gli effetti (LOCATELLI 6 Nello stupore generale, “Falecoseperbene” entra per una punta. Col senno di poi si comprende che Allegri voglia arginare gli attacchi sempre meno feroci del P.S.G. e cercare di tenere la squadra alta per tentare di pareggiare. E per poco la cosa non si verifica, dopo una carambola nell’area piccola degna della finale del campionato mondiale di snooker. Serve anche un pizzico di fortuna per fare strada)
VLAHOVIC 5,5 Si vede poco e in quel poco è evanescente. Va premiata la voglia di attaccare sempre lo spazio in profondità, ma se c’è una punta che morde, questa è Milik e non lui. Partecipa alla manovra talvolta, ma lontano dai 16 metri. Alla prossima.
ALLEGRI 5 Insufficienza nella preparazione della vigilia che costa fatalmente in concentrazione e l’approccio. Una volta che non si ha più nulla da perdere la squadra si riprende e con essa ha l’idea di crederci e di non cedere. Cambi discutibili? Assolutamente sì, ma non c’è tanto altro da fare. Costa un tempo, la partenza timorosa. La buona seconda frazione lascia però spazio alle recriminazioni e ai rimpianti. Forse si poteva fare di più, con l’aiuto della buona stella, ma questa manifestazione ha il leit motiv della “sfiga cosmica” e lo sappiamo. Prova ad arginare il trio da Mille e una Notte con la difesa a 3. Risulta più credibile il 4 – 4 – 2 dei secondi 45 minuti, che mette in seria difficoltà gli uomini di Galtier (…chi era costui?). Resta l’impressione che si potesse ottenere qualcosa in più e si spera che non lo si debba pagare più avanti.
Marco Edoardo SANFELICI