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Editoriale

Non ci rimane che Marte

E’ appena volato via il mite Kofi Annan, colui che da Segretario Generale dell’ONU, pur riconosciuto Premio Nobel della Pace , tra il 1997 e il 2006, aveva tentato inutilmente d’impedire la follia della guerra in Iraq, Bosnia Erzegovina e Siria, piuttosto che il genocidio in Ruanda. Quando nel 2003 USA e Regno Unito dettero fuoco alle polveri con l’intento di far fuori Saddam Hussein, in realtà dettero vita ad una terribile escalation che passò per la morte dello stesso Hussein nel 2006, giusto alla fine del mandato di Annan, traguardò la guerra in Libia e la morte di Muammar Gheddafi nel 2011, alla pandemia del terrore firmata prima da Obama Bin Laden e poi dall’ISIS, quindi ai disastri della “primavera araba”, con polluzioni disseminate ovunque nel nord dell’Africa e in Medio Oriente. La Siria è ancora fumante, lo Yemen è all’estremo, anche con una emergenza sanitaria gravissima. Del caos assoluto in Libia ne continuiamo palesemente a pagare le esponenziali conseguenze… Nel frattempo, le epidemie di colera e di ebola non chiedono il permesso e il patrimonio culturale dell’umanità è andato e va in pezzi: uno per tutti lo scempio di Palmira a simbolo paradossale dell’inadeguatezza di organismi internazionali, appunto ONU, OMS, UNESCO, che se non hanno autorevolezza e forza adeguate per interporsi contro le nefandezze dei propri associati con diritto di veto, a nulla servono. Forse è venuto il tempo di rivedere il sistema delle convenzioni generatosi all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e non è escluso che ciò possa avvenire soltanto dopo un trauma globale di pari gravità. Intanto, in barba alle conclusioni, agli allarmi ed agli impegno sottoscritti a Parigi con COP 21, il Pianeta Terra surriscaldato e impestato da ogni sorta di veleni, plastificato, si avvia al collasso, mentre gli umani si organizzano per sbarcare su Marte. Care ragazze e cari ragazzi, anche in casa nostra, la corda è davvero corta, eppure ci permettiamo di discettare, temporeggiare, palleggiare sul degrado evidente di infrastrutture e scuole invecchiate in attesa di manutenzioni e interventi. Tutte strutture peraltro pervase, come gli ospedali, da tonnellate e tonnellate di micidiale amianto, carenti di una radicale ed urgente azione di smaltimento in sicurezza, in circa un milione di siti contaminati nel Bel Paese, che ci propinano silenti la subdola ferale opportunità del mesotelioma. Intanto la Serie A del Calcio è comunque ripartita e campione di fair play è stato il più atteso, il super CR7 Ronaldo, che non ha voluto far piangere l’indomito Chievo e al contempo non farsi rimpiangere dal decaduto Real.

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

 

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