All’inizio di maggio, con il Congresso Nazionale del Comitato Italiano Fair Play, ad Alghero, lanciammo la proposta della RICONCILIAZIONE MEDITERRANEA e ufficializzammo il ruolo di quella splendida Città italo-sardo-catalana quale CAPITALE MEDITERRANEA DEL FAIR PLAY. Ci sembrava che fosse la prima cosa da fare, quella di ristabilire l’armonia tra le genti del “Mare Nostrum”, violentate da una azione proditoria e perversa , che come un fiume carsico ne attraversa la storia da millenni, ma che in questo ultimo periodo è riemersa con ingiustificabile ed inaccettabile violenza . Le responsabilità le attribuiranno Dio, gli uomini e la storia nel tempo che verrà, ma intanto diamoci da fare, affinché falsi profeti e improbabili salvatori non prendano il sopravvento. Questo è il senso con cui abbiamo celebrato il MEDITERRANEAN FAIR PLAY AWARD nel risorto Stadio di Domiziano. Ripristiniamo gli approdi sicuri della fratellanza lungo le sponde del Mare, che ha partorito la cultura occidentale e orientale del mondo e con essa la civiltà. Facciamo si, che in modo virtuale e sostanziale, quelli che furono e sono i Giochi Pitici, Istimici, Nemei, gli Agonali, gli Olimpici ed i Mediterranei tornino a determinare il clima della pace ed allontanino l’alea del terrore e della guerra. Dovremmo pensare e comunque io penso che il mondo dello sport, delle associazioni e delle fondazioni possa fare molto di più di quello che loro si attribuisce; che non ci si debba fermare negli stadi con podi, inni e bandiere, ma andare oltre e chiamare all’appello il popolo degli sportivi, degli uomini della cultura, delle espressioni della diversità e della simbiosi tra le etnie attraverso le tradizioni, che le connotano come preziose tessere di un unico meraviglioso mosaico.