La delusione di Donald Trump. Come accade quasi sempre, le elezioni USA di Mid Term non hanno fornito risultati chiarissimi. Dai dati finora disponibili, risulta che i democratici abbiano perduto la maggioranza alla Camera, mentre al Senato regna ancora l’incertezza.
Un dato tuttavia è certo. Il vero perdente di questa tornata elettorale è Donald Trump, che non ha affatto ottenuto il successo travolgente che si attendeva.
Molti dei candidati da lui sponsorizzati direttamente hanno fatto flop, mentre sono riusciti altri che avevano preso le distanze dal tycoon in modo più o meno palese.
Non solo. Il governatore della Florida, il 44enne Ron DeSantis (di ascendenza italiana), ha ottenuto un risultato clamoroso battendo il suo avversario con una maggioranza schiacciante.
Piccolo particolare. DeSantis ha condotto la campagna elettorale senza mai nominare Trump, proprio per rimarcare la sua indipendenza dall’ex presidente. Il successo conseguito è degno di nota per molti motivi.
Soprattutto perché indica che la presa di Trump sull’elettorato repubblicano è ora meno forte di quanto fosse in precedenza e questa, per il Grand Old Party, è una notizia positiva.
Per recuperare terreno, infatti, i repubblicani devono tornare ad essere un classico partito moderato e conservatore, com’erano sempre stati. Possono anche dividersi in fazioni, più o meno conservatrici.
Ma è essenziale che si sbarazzino delle componenti peggiori del trumpismo. No, quindi, al cospirazionismo, no al populismo deteriore, no all’appoggio ricevuto da strane sette. E, soprattutto, no alle tendenze eversive che si manifestarono con l’assalto al Campidoglio e la sua devastazione il 6 gennaio 2021.
Trump non ha mai condannato apertamente quell’azione che, per la democrazia americana, è addirittura “sacrilega”. Ha invece promesso la grazia ai devastatori qualora fosse rieletto alla Casa Bianca.
E pare sia davvero intenzionato a ricandidarsi, ma dovrà vedersela non solo con DeSantis, ma anche con settori del Partito che lo ritengono ormai dannoso per l’immagine repubblicana.
Quanto ai democratici, per loro in fondo è andata meglio di quanto sperassero. Nonostante i danni dell’inflazione e le varie incertezze di Joe Biden, hanno ottenuto vittorie in Stati importanti. Se Trump venisse definitivamente ridimensionato si aprirebbero nuovi scenari.
Sarebbe infatti possibile riaprire il dialogo tra i due grandi partiti tradizionali, dialogo che in precedenza c’era sempre stato. E sarebbe pure possibile giungere in qualche caso a decisioni condivise in materia di politica interna ed estera.
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