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iTrap, sensori e confusione sessuale: l’agricoltore 3.0 sceglie Bayer ForwardFarming

È più di un progetto e meno di un sogno. Si scrive sostenibilità, si legge Bayer ForwardFarming ma rappresenta un passo avanti nello scambio di conoscenze tra addetti ai lavori, filiera e pubblico. A guardarla si presenta come una piattaforma di conoscenze al servizio dell’agricoltore ma il format punta su tre pilastri: soluzioni integrate, corsi di formazione e partnership. Dove l’esperienza dell’agricoltore ha spostato la tecnologia di partner come Braglia, Bulzoni Meccanica, Mybatec, Pessl Instruments GmbH e World Biodiversity Association è in Contrada Gazzego, a pochi chilometri da Verona, nella Valle degli Dei. Qui la famiglia Capurso ha aperto i cancelli dell’Azienda Agricola Moranda per produrre in modo sostenibile. All’ombra di vini d’eccellenza come Amarone, Ripasso e Valpollicella lo scorso 28 marzo si è scritto il futuro dell’agricoltura. Dimostrando che produrre in modo sostenibile si può.

Di fatto la prima Bayer ForwardFarm italiana rappresenta un esempio di come si possa “fare sistema” attraverso la condivisione delle esperienze e i continui miglioramenti con altri operatori del settore, nello spirito di favorire lo scambio di conoscenze e il dialogo con la filiera, fino al consumatore finale. Nel mezzo, a “tirare” le fila del discorso c’è Bayer. Intorno la terra, l’innovazione e un ventaglio di esperienze al servizio dello sviluppo.

“Grazie al supporto della Bayer ForwardFarming, possiamo migliorare le nostre conoscenze e applicare le tecnologie più adatte alle nostre esigenze per raccogliere uve sane e di qualità senza sprechi e nel rispetto del territorio in cui la mia famiglia opera da oltre 120 anni”, ha detto Giovanni Capurso a capo dell’Azienda Agricola Moranda. È il centro ideale per questo progetto, al suo primo anno di sviluppo in Italia. Perché il programma Bayer Forward farming è attivo da diversi anni in altri paesi dell’Ue: Francia, Belgio, Germania e Olanda. Da oggi al 2020 sarà sviluppato anche in Brasile, Stati Uniti, Scandinavia e Costa Rica.


“Attraverso Bayer ForwardFarming stiamo stimolando la creazione di luoghi, pratiche e prospettive che aumenteranno lo scambio di conoscenze tra operatori, per evidenziare i benefici dell’innovazione e i miglioramenti dell’agricoltura sostenibile e per agevolare la comunicazione tra le parti interessate ad ogni livello della filiera agroalimentare”, ha affermato Bernd Naaf, Business Affairs and Communications e Membro del Comitato esecutivo di Bayer Crop Science.
“Abbiamo scelto la vite per la Bayer ForwardFarm italiana per l’importanza strategica del vino in Italia e per l’attenzione sempre maggiore di questa filiera verso il tema della sostenibilità”, ha rimarcato Remy Courbon, Customer Marketing Bayer Crop Science Italia. “E la famiglia Capurso perché, come noi, crede che produrre in modo sostenibile sia il motore per l’agricoltura del futuro”.


Dodici le tappe che i giornalisti hanno percorso. Dodici le tappe che anche studenti, curiosi, turisti e appassionati di Madre Natura possono ricalcare per vedere “sul campo” come la produzione delle uve destinate a diventare vini di eccellenza in modo sostenibile, cambia passo, cedendo all’ottimizzazione. Basta riflettere. Basta calpestare la terra dell’Azienda Agricola Moranda per ritrovare il valore aggiunto dei partner Braglia, Bulzoni Meccanica, Mybatec, Pessl Instruments GmbH e World Biodiversity Association. Aziende il cui supporto si traduce in rispetto per l’ambiente, risparmio economico e mission.
Dall’utilizzo dell’agricoltura di precisione nella gestione mirata delle avversità, per una difesa integrata moderna e senza sprechi, all’applicazione di nuovi strumenti di protezione personale e sistemi per la corretta distribuzione e la gestione dell’acqua, per massimizzare la sicurezza per le persone e l’ambiente circostante. Fino ad attività specifiche di monitoraggio periodico dell’ambiente e della biodiversità a conferma della bontà delle operazioni svolte in campagna.
La prima Forward farm europea è nata nei dintorni di Bruxelles: “Abbiamo scelto quella zona – ha sottolineato Bernd Naaf – per poter portare i politici della Commissione europea in visita. E’ importante infatti far loro capire meglio come funziona l’agricoltura per evitare che siano troppo influenzati dalle Ong, con le quali peraltro noi di Bayer collaboriamo. Pensiamo infatti che gli agricoltori debbano avere un scelta.

Dietro all’idea di far partire il progetto italiano dall’azienda agricola Moranda, c’è invece una donna: è Paola Sidoti, business and marketing communication manager di Bayer Crop Science Italia. I motivi? Potevamo puntare su un’azienda tecnologica, potevamo prendere un giovane agricoltore, un agricoltore alle prime armi e invece abbiamo colto uno stimolo che è arrivato da Giovanni Capurso, titolare della Moranda, che ha sempre espresso il desiderio di fare sempre meglio, ha affermato Paola Sidoti.


Intanto il programma comincia a collezionare i primi risultati ottenuti dopo un anno di sviluppo. Durante la visita alla Bayer Forward farm sono stati illustrati tutti i passi compiuti nel primo anno di sviluppo del programma. Qui si sta utilizzando il sistema Movida, un modello matematico che consente, elaborando alcuni dati meteo a confronto con il monitoraggio continuo della coltura, di controllare peronospora e oidio. Mediante confusione sessuale e trappole tecnologiche è stato possibile ridurre a zero, durante la stagione scorsa, i trattamenti per combattere la tignoletta. A dire quando era il momento giusto per dare i trattamenti ci ha pensato una app. Mentre grazie a Bayer Phytobac, gli agrofarmaci utilizzati sono stati smaltiti in maniera sicura. Manca invece poco per tenere a battesimo l’atomizzatore Turbmatic con sistema multifila con recupero, che consente di non disperdere nell’aria il trattamento nebulizzato. Bisogna aver il coraggio di seguire l’innovazione, e noi siamo sempre stati molto attenti alle novità, senza dimenticarci della tradizione. Quest’anno abbiamo fatto meno trattamenti – ha affermato proprio Capurso – abbiamo inquinato molto meno. Il clima non è più quello di una volta e bisogna essere pronti e tempestivi, bisogna entrare nei vigneti solo quando serve e se serve. I sistemi di supporto alle decisioni sono molto utili.

Se poi il vigneto gode di ottima salute lo dicono gli hotel per insetti installati secondo le direttive della World biodiversity association, onlus formata da botanici, naturalisti e zoologi.

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