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Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella rivoluzione digitale in Italia

Tutti abbiamo sentito parlare dell’intelligenza artificiale, una delle ultime scoperte della tecnologia che mira a replicare la capacità di elaborazione e valutazione dei dati che appartiene all’essere umano. Ambito di elezione dell’intelligenza artificiale è il mondo digitale, che ha già visto in Italia applicazioni concrete in diversi settori, dal divertimento ai servizi finanziari, passando per il settore sanitario.

Anche se a volte potrebbe non sembrare, l’IA ha l’obiettivo di personalizzare la nostra esperienza sul web. Quando entriamo in un casinò all’avanguardia come Vulkan Vegas Casino, riusciamo ad ottenere fin da subito un approccio basato sulle nostre preferenze, soprattutto in termini di selezione dei giochi. Anche l’assistenza clienti viene organizzata in modo da rispondere il prima possibile e meglio alle richieste degli utenti. Ma come verrà applicata in futuro l’IA in Italia e come cambierà il modo di interagire con il digitale?

Catalizzare l’evoluzione digitale: il futuro dell’IA?

Il nostro Paese si sta posizionando all’avanguardia rispetto all’intelligenza artificiale: non solo utilizzo ma anche ricerca. L’Italia si conferma presente nel 12% di tutti i progetti europei dedicati allo studio e alla ricerca di questa nuova frontiera della tecnologia, con finanziamenti che ad oggi non sono mancati. Ad oggi, si stima che il valore dell’IA si aggiri sui 500 milioni di euro nel Bel Paese.

Non tutti i settori sono coinvolti allo stesso modo da questa rivoluzione digitale. Molto spesso è anche la dimensione dell’azienda che incide sulla sua propensione all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Il settore bancario

Se pensiamo che l’intelligenza artificiale è in grado non solo di elaborare dati ma anche di offrire soluzioni che si adattino in maniera dinamica alle informazioni ricevute, è intuitivo che la parte più burocratica di alcune attività possa essere svolta proprio dall’intelligenza artificiale.

Un esempio evidente anche in Italia è quello del settore bancario, che affida a questa nuova tecnologia la parte più tecnica del workflow, sempre sotto la supervisione di agenti umani. L’analisi degli investimenti, unita alla valutazione del mercato e al profilo dell’investitore, è in grado di creare soluzioni particolarmente acute e precise, grazie alla capacità di prendere in esame una mole di dati che difficilmente una singola persona potrebbe lavorare.

Il settore retail

Il settore retail e della grande distribuzione si è mosso in ritardo rispetto ad altre industrie. L’intelligenza artificiale potrebbe giocare al suo interno un ruolo chiave nella parte sia amministrativa che di marketing.

Dal punto di vista dell’amministrazione, le nuove tecnologie possono sostituire il personale quando si tratta ad esempio di effettuare pagamenti o inventari, ma l’integrazione nel concreto richiede tempo, soprattutto se si tratta di grandi società.

Dal punto di vista del marketing, l’intelligenza artificiale è stata utilizzata in tempi più brevi, dato che più semplice è la sua integrazione e maggiore Il riscontro economico in termini rapidi. Rilevare e analizzare le preferenze della clientela, anticipandone i trend è l’essenza stessa dei team di marketing e della crescita delle imprese.

Il settore sanitario

Una delle applicazioni dell’intelligenza artificiale che si sta facendo strada è quella del settore sanitario. È ovvio che l’applicazione non potrà mai sostituirsi a quella dei professionisti medici, ma può aiutare a dare risposte non solo più rapide ma soprattutto più efficienti al paziente.

Ad esempio, recentemente sono state sviluppate app wearable in grado di monitorare i valori e i dati del corpo che le indossa. In base a modelli prestabiliti, sono stati comunicati consigli al paziente in tempo reale. In alcuni Paesi, applicazioni sanitarie sono riuscite a rilevare comportamenti anomali da parte di persone con problemi psichici e soggetti ad esempio a rischio di autolesionismo.

Sfide e criticità dell’IA

Anche se l’Italia è all’avanguardia nello sviluppo e dell’applicazione dell’intelligenza artificiale, rimangono interrogativi e sfide che andranno risolti, prima di poter procedere a pieno ritmo.

  • La prima questione è quella dell’etica: l’intelligenza artificiale porta con sé una serie di questioni etiche di non facile soluzione. Tra tutti c’è il profilo della privacy: affinché vi possa essere interazione con gli utenti devono essere utilizzate informazioni sensibili, che potrebbero non essere adeguatamente protette.

La condivisione con terze parti, la possibilità che hacker si intromettano nell’applicazione sono rischi che vanno adeguatamente gestiti, per poter consentire un’integrazione più sicura dell’IA;

  • La potenza computazionale è un altro aspetto più tecnico ma altrettanto importante. L’elaborazione di un numero determinato di dati richiede una potenza di calcolo e di apprendimento più elevata dello standard. Tale necessità comporta dei consumi di energia molto elevati, con conseguenti costi non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale;
  • Un’altra questione che ha creato problemi non di facile soluzione è quella dei diritti d’autore. Nell’elaborare dati, l’intelligenza artificiale attinge da diverse fonti. Il risultato finale che viene offerta al pubblico può però non tenere conto dei diritti che gravano sui contenuti utilizzati. Se questo è un problema che internet ha presentato fin dai suoi albori, l’IA ne ha visto acuirsi la gravità.
  • Il margine di errore è un’altra componente che va messa debitamente in conto. Tutti possiamo sbagliare: esseri umani e anche agenti di intelligenza artificiale. Fondamentale quindi è predisporre sistemi di controllo che riescano a rilevare immediatamente eventuali errori a parte dell’IA, anche correggendo il modello in base al quale è stato generato il comportamento dell’IA.

Al di là delle sfide degli interrogativi che questa nuova tecnologia pone, sappiamo che l’intelligenza artificiale è un percorso appena iniziato e che accompagnerà lo sviluppo della maggior parte dei settori di attività. Sarà poi anche l’evoluzione normativa a dettare i limiti e le modalità di integrazione più opportune, contemperando le diverse esigenze.

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