Il reddito di inclusione: come funziona questa manovra che aiuta i cittadini e perché è importante. Come poterne beneficiare

Il reddito di inclusione è una misura pensata per aiutare le famiglie italiane in difficoltà economica. Sostituendo il precedente reddito di cittadinanza, questa misura ha attirato l’attenzione di molti, sia per i benefici che per le modifiche recenti alle soglie di accesso. Ma come funziona esattamente? E quali sono le novità che riguardano l’assegno di inclusione per il 2025?
Cos’è l’Assegno di Inclusione e come funziona
Introdotto nel gennaio 2024 dal decreto legge 48/2023, l’assegno di inclusione (Adi) è un sostegno economico mensile destinato alle famiglie in difficoltà, con l’obiettivo di supportarle nel loro percorso verso l’integrazione sociale e lavorativa. A differenza del reddito di cittadinanza, l’Adi prevede che i beneficiari seguano un percorso di attivazione sociale e lavorativa personalizzato.
Chi può fare domanda per questo contributo? Possono farne richiesta i nuclei familiari con persone in condizioni particolari, come disabili, minorenni, anziani sopra i 60 anni, o persone inserite in programmi di assistenza sociale approvati dalla pubblica amministrazione.
Requisiti e limiti: quanto possono guadagnare le famiglie per avere l’Adi
Per accedere all’assegno, oltre ai requisiti soggettivi legati alla composizione del nucleo familiare, è necessario rispettare determinati limiti di reddito. La condizione economica del nucleo è valutata tramite l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), che nel 2025 non deve superare i 10.140 euro annui (780 euro in più rispetto al limite dell’anno precedente).

Inoltre, ci sono soglie specifiche a seconda della tipologia del nucleo familiare: ad esempio, nel caso di famiglie con minorenni, l’ISEE deve essere calcolato considerando la tipologia “minori”. Per le famiglie con persone anziane (over 67) o disabili, l’importo massimo del reddito familiare per accedere alla misura è di 8.190 euro.
L’ammontare dell’assegno varia in base alla composizione del nucleo e ad altri fattori come il reddito disponibile e la situazione abitativa. Per i nuclei senza minorenni o over 60, l’importo massimo mensile è di 500 euro, che può salire a 630 euro per famiglie con disabili o persone di età superiore ai 67 anni. In caso di affitto, si aggiunge un contributo fino a 280 euro al mese.
I controlli di marzo e come evitare la decadenza
Ogni mese l’INPS esegue dei controlli per verificare che le condizioni economiche dei beneficiari siano ancora in linea con i requisiti richiesti. A marzo 2025, l’istituto ha avviato verifiche mirate per accertare il possesso dei requisiti, in particolare l’aggiornamento dell’ISEE, che è fondamentale per poter continuare a ricevere il pagamento dell’assegno.
Se il reddito o altri fattori cambiano, il beneficio potrebbe essere sospeso o addirittura decadere. Ad esempio, se un componente del nucleo familiare si dimette volontariamente dal lavoro, il contributo decadrà per tutto il nucleo. In caso di mancato aggiornamento dell’ISEE, il pagamento potrebbe essere sospeso, ma sarà possibile recuperare l’importo nei mesi successivi.
L’INPS esamina le situazioni economiche dei beneficiari alla data del 28 febbraio 2025. Una volta completati i controlli, l’INPS pubblica un avviso nella sezione personale del sito, MyINPS, e autorizza il pagamento tramite Poste Italiane. Per il mese di marzo, il pagamento è previsto per il 27 marzo 2025, con le ricariche che avverranno entro i successivi dodici giorni.
Le tempistiche di pagamento e le novità in arrivo
In seguito alle verifiche, i beneficiari che sono in regola con i requisiti riceveranno i pagamenti in una serie di date specifiche. Per esempio, i pagamenti per il mese di aprile sono previsti per il 26 aprile, mentre a maggio l’accredito avverrà il 27 maggio.
Va sottolineato che il passaggio dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione ha avuto un impatto significativo sulle famiglie italiane. Secondo un rapporto dell’ISTAT, circa 850.000 famiglie sono diventate più povere, a causa della riduzione dell’importo mensile. Tuttavia, alcune famiglie, circa 100.000, hanno beneficiato di un incremento rispetto al passato.
In definitiva, mentre l’assegno di inclusione resta una misura importante per molte famiglie italiane, le modifiche alle soglie ISEE e l’introduzione di nuovi controlli rendono fondamentale per i beneficiari mantenere aggiornati i propri dati. E tu, hai verificato se il tuo ISEE è in regola per il 2025?