L’altra sera a Milano, Pala 1 sul Naviglio , ho preso parte alla grande kermesse con menù molto originale, dal beach volley ad oltranza, alla pizza , con intercalare di hamburger e la novità del garden green spritz, un P31 verde smeraldo rallegrato da ghiaccio e bollicine. Ma di chi era la festa, se non di quel mondo sociale di mezzo, architettato da quelli che lo sport da un decennio lo immaginano come occasione d’incontro e dialogo tra coloro che sono tra università e impresa, in salsa THE HUB, che giocano il calcio con la regola non scritta del fair play col terzo tempo in testa, interrogando il futuro, senza infingimenti e remore, dando il giusto valore all’agonismo, rispettandone le regole. Pronti a vincere come a perdere, guidati da Matteo Tonon, un giovane visionario, un guru rispettato ed accettato dal suo team, i rappresentanti di centinaia di compagini e migliaia di gioiosi aderenti, maturati tra le inerzie dei Licei e delle Università, dalla Statale alle Bocconi, Politecnico, Cattolica, Popolare… nonché di molte aziende urbane come dell’hinterland, orfane del vecchio dopolavoro, si sono riuniti , determinando i prodomi di una sinergia estesa, intanto tra Milano e Roma Capitale, dove sta crescendo una esperienza analoga, con cinquemila players, sotto la guida di Massimiliano Travaglini. A Roma e nel Lazio, ma non solo, crescono per qualità le esperienze di altri cinquemila scatenati, i “Superadulti” dell’Accademia di Sport e Cultura, diretta da Michele Panzarino all’ombra di un’altra Università proattiva, quella di Torvergata. Cosa volete che vi dica, tutto questo ci deve far riflettere, perché matura spontaneamente e risponde ad una domanda che esiste, ma che diversamente non trova risposta nel sistema così com’è. Sempre a Milano, con i Trofei, sopravvive lo sport scolastico, con decine di migliaia di partecipanti ogni anno da oltre mezzo secolo, grazie alla buona salute di Franco Ascani, che dal 1998, con la FICTS, va aggiungendo la fantasmagoria internazionale del cinema sportivo e adesso ancora un prezioso assist ai Giochi Invernali del 2026, con la nuova Italympics. Ma a Roma i fasti della Coppa Speranze a Villa Borghese, degli Studenteschi con l’Olimpico esaurito, del CUS Roma anni sessanta presieduto dall’istrionico Marcello Tarasconi, sono soltanto un lontanissimo ricordo per veterani come me. E il resto del Paese? Un gigantesco punto di domanda, avendo perso anche l’opportunità di rilanciare il Giochi della Gioventù, come ventilato in occasione degli Stati Generali dello Sport del 2017. I chiari di luna della politica e dell’economia mettono bei paletti alle risorse disponibili per lo sport ed ancora aspettiamo pronunciamenti dal Ministro Vincenzo Spadafora, che ha avocato il ruolo decisionale per la loro destinazione, mentre l’ex vertice Gianni Petrucci torna in campo per mediare la diaspora tra CONI e Sport & Salute , tra Giovanni Malagò e Rocco Sabelli.