Quattro casinò da costruire che andrebbero ad aggiungersi agli altri quattro già presenti in Italia. Si attende il parere dei Monopoli di Stato sul documento inoltrato dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. Interessato questa volta non è più il versante nord italiano, ma quello centrale fino ad arrivare alle isole. Per il centrosud, Anzio è in lizza con Salerno.
Il piano, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, prevede che tutti gli otto casinò italiani confluiscano in una società nuova di zecca controllata al 51 per cento dal ministero «di riferimento». Ovvero, quello dell’Economia. Anche il 49 che avanza, però, dovrebbe restare in mani pubbliche. Proprietari con quote fra l’11 (Campione e Venezia), il 7 (Saint-Vincent) e il 5 per cento (Sanremo) sarebbero i quattro casinò esistenti che a loro volta sono posseduti dai rispettivi Comuni e della Regione Valle d’Aosta (Saint-Vincent). Ai municipi che parteciperanno all’apertura delle quattro nuove case da gioco verrebbe invece riservato il 15 per cento restante. La patata decisamente bollente dei casinò inguaiati passerebbe dunque dagli enti locali direttamente allo Stato, che in più dovrebbe impegnarsi, suggerisce il piano, a escluderli dal pagamento dell’Isi, l’imposta sugli intrattenimenti.