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Il calcio del marchese Ridolfi

Ancora a proposito del commissariamento della Federcalcio, non posso sottrarmi alla tentazione di rispondere a quelli che dubitano delle qualità dirigenziali di chi del calcio non vive esclusivamente. In realtà al suo vertice si sono avvicendati personaggi delle più diverse estrazioni sportive e non solo. Ma se vogliamo parlare di chi ha lasciato il segno, oltre che di Ferretti, Zauli e Franchi, sempre per non trattare dei viventi, non posso esimermi dal ricordare quello che fu un esempio di capacità e mecenatismo, tra atletica leggera e calcio. Mi riferisco al marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, vissuto tra il 1895 e il 1958 . Fu il mentore del grande saltatore, ma anche grande portiere Arturo Maffei, metafora della simbiosi fondamentale tra il calcio e l’atletica, base di ogni altra disciplina sportiva. Ridolfi non si ricorda abbastanza, perché pur avendo fondato la Fiorentina ed aver vinto una quantità di scudetti, pensò ad uno stadio modello per Firenze, a proprie spese, su progetto di Pierluigi Nervi, ma con il nome di Giovanni Berta, piuttosto che Artemio Franchi, com’è oggi. Politico, imprenditore, eroe pluridecorato della Grande Guerra, fondatore del Maggio Musicale Fiorentino, Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera dal 1926 al 1942 e poi dal 1956 al 1958, lo fu anche della Federazione Italiana Giuoco Calcio dal 1942 al 25 luglio 1943. Dunque, cari amici, sappiate di che pasta sono fatti quelli dell’atletica, come Roberto Fabbricini, maestro di sport e di temperanza, forgiato nella Scuola dell’Acquacetosa per navigare con ogni tempo.

Ruggero Alcanterini

(Direttore responsabile de L’Eco del Litorale)

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