Il Codacons vuole vederci chiaro sui voli di Stato dei ministri del Governo Meloni, che nei primi 3 mesi di attività dell’esecutivo avrebbero utilizzato aerei pubblici non di linea in ben 39 occasioni.
“Così come fatto con i precedenti Governi (per i voli di Berlusconi, Alfano, Boldrini, Mastella, Di Maio, Salvini, Casellati) anche stavolta vogliamo capire se tali voli di Stato siano stati realmente giustificati da esigenze di sicurezza o da motivi istituzionali tali da autorizzare l’utilizzo di aerei non di linea, soprattutto in considerazione del fatto che le tratte percorse dai vari ministri erano coperte anche da voli di linea, sicuramente più economici per la collettività. Secondo recenti stime, ogni ora di utilizzo di un aereo di Stato costerebbe ai cittadini tra i 5mila e ei 7mila euro – spiega il presidente Carlo Rienzi – Per tale motivo abbiamo deciso di presentare una istanza d’accesso alla Presidenza del Consiglio, volta ad avere tutti gli atti relativi ai voli di Stato e ai loro giustificativi. Se non otterremo la documentazione, o se non la riterremo soddisfacente, sarà inevitabile un ricorso alla Corte dei Conti”.
A finire nel mirino del Codacons sono in particolare i voli utilizzati dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, per non meglio specificate esigenze di “sicurezza”, come nel caso del volo ROMA-BARI-ROMA del 4 novembre, ROMA-BRUXELLES-ROMA del 14 novembre, ROMA-BELGRADO-PRISTINA-ROMA del 22 novembre, ROMA-DOHA-ROMA del 27 novembre, ROMA-VIENNA-ROMA del 21 dicembre, ROMA-AIR BASE PAPA-MIHAIL KOGALINICENAU-BEZMER-BRINDISI del 23 dicembre, ROMA-RAMSTEIN-ROMA del 20 gennaio.