SZCZESNY 6,5 Pinza un colpo di testa di Ginter, andando giù come un sacco di patate e tante grazie allo stile. Fa un altro paio di “paratine”, esce di pugni una volta e poi guarda la partita gratis. E’ vero che segnare alla Juve è impresa assai difficile, ma in cuor suo il polaccone sperava di doversi districare molto meno.
GATTI 7 In area di testa ci arriva sempre lui. Usa il fisico quel tanto che basta per farsi rispettare, ricorda Chiellini (ho scritto “ricorda” e non rompete gli zebedei!) nel disimpegno verso la metà campo. E’ l’artefice del tiro che procura il fallo di mano che causa il rigore decisivo. Già così appare una serata da ricordare.
BREMER 6,5 Botte da orbi dalle sue parti. Le prende, le distribuisce, come da manuale del difensore che non teme contrasti. Se proprio volessimo spaccare il capello in quattro, suggerirei di rinviare di testa molto più profondo, perché solo respingere è un autentico invito agli avversari ad insistere nella pressione.
DANILO 7 Indeciso fino all’ultimo sul voto, quando vedo un intervento in piena area, preciso come un orologio svizzero, tra le gambe di un pericoloso tedescotto, pronto a tirare in porta, liberando in fallo laterale, il 7 si concretizza spontaneo. La calma e la sicurezza fatte “difendente”. Con tutta la serenità di chi sa quel che vuole. Peccato che sia unico e non clonabile.
CUADRADO 6,5 Se questo è il Cuadrado che la parrocchia passa, un pensiero al prolungamento del contratto lo farei. Vabbè, non salta più l’uomo come un paletto da slalom speciale, ma la qualità è ancora alta e la squadra si avvale di un componente mai banale. Tatticamente, fa giocare a 3 se occorre e se abbisogna di un quarto basso, basta chiedere. (DE SCIGLIO S.V. Battute finali senza patemi)
LOCATELLI 6 Alcune giocate sono di alto livello, ma per poterle ammirare, passano rosari di minuti di piatto assoluto. In casi come questo, si fa leva sul … lavoro sporco. E passa la paura. (BARRENECHEA S.V. Esempio di fuscello sbattuto ad ondeggiare per le folate di vento. Gioco, nulla)
FAGIOLI 6,5 Se imbrocca il passaggio in profondità a Kean, mettendolo a tu per tu con Flekken, è da 7 abbondante, ma il passaggio è leggermente corto. Partecipa all’azione che porta al rigore e per tutto il 1° tempo domina la terra di mezzo, salvo poi calare alla distanza. Sta imparando anche a farsi rispettare nelle contese. Cresce come il granello di sènapa che diventa una pianta dove trovano ombra gli uccellini (Cit. Vangelo secondo Matteo)
RABIOT 7 Migliore in capo per distacco. E non ci stanchiamo per niente, anche se non è più una novità. Cala in campo peso e pressione dall’inizio davanti ai friburghesi e nella ripresa, il mister gli affida il controllo del traffico davanti alla difesa; compito che svolge con la facilità di come chiudere un giro di Scala 40 con 3 jolly in mano. Inventa l’assist a Chiesa per il raddoppio (rete, gioco e partita) ed è bello scoprire che il brutto anatroccolo di troppe volte è diventato un meraviglioso cigno dalla costanza inesorabile. Resta con noi, Adrièn!
KOSTIC 6 Nessuno è profeta in Patria. Torna in Germania e dato che lo conoscono, gli montano una ronda degna di Rembrandt. Non viene aiutato nemmeno molto dalla squadra nei momenti di ripartenza e così si limita al piccolo cabotaggio che, in gare problematiche, è un suggerimento di buon senso. (ILING JR. 4 Anche meno. Sti giovanotti devono capire che in Europa, ogni atteggiamento di “scazzo” atto ad allontanare o ritardare la ripresa del gioco, viene sanzionato col cartellino giallo. Se incappi nel giallo per allontanamento del pallone e 5 minuti dopo, ci ricaschi, beh…ha ragione la mogliera che chiede una multa pantaguelica. E non è il solo a commettere ingenuità di tal fatta. Ah, se ci fosse la “triade”, quanti soldi farebbe risparmiare alla proprietà, sotto forma di parti cospicue di stipendi tramutati in multe…)
KEAN 6 Ecco un altro che si becca gialli gratuiti per palloni allontanati per ostruzione. Colpa della spina del cervello non inserita nella presa. Alla vigilia immediata si infortuna Miretti e ad Allegri non pare vero di affiancare una punta a Vlahovic, punta di cui ha bisogno come il pane. Moise si sbatte e lotta nel controllo del pallone, in modalità discrete. Prova anche a piazzare la palla al “sette” per chiudere la gara, ma la fortuna sta guardando altrove. (SOULE’ S.V. Tanto è finita…)
VLAHOVIC 6,5 Gli annullano una rete per un fuorigioco da quisquilie regolamentari, ma corrette. Ha l’occasione dal dischetto e non se la lascia sfuggire, anche se fa di tutto per sbagliare l’esecuzione. Eupalla gli ha già preso troppo e lo perdona. Viene fermato in situazione di chiara azione da rete, ma il turco che sbandierano per olandese e che ha un cognome “patrimonio dell’umanità”, sorvola. Tanto che il Friburgo resti in 10, è solo questione di tempo. (CHIESA 7 Come avere a disposizione uno scampolo di gioco e ritagliarsi ugualmente la figura di protagonista. Due tiri, uno deviato dal portiere finisce sul palo e l’altro su gianduiotto di Rabiot, fa finire la partita qualche minuto prima del previsto. Quando la sintesi regna sovrana…)
ALLEGRI 6,5 Assente Miretti, non si avvita attorno a soluzioni cervellotiche. Gioca con 2 punte e tanti saluti agli attacchi in massa del Friburgo. Che dimostra di avere grossi limiti, quando deve fare la partita alla ricerca della rimonta. Gioca un 1° tempo di sostanza e di possesso, dominando tatticamente la gara, dando il pallino agli avversari, discreti sì, ma non eccezionali. L’espulsione di Gulde facilita il compito e per paradosso, la squadra si rilassa anche troppo proprio comprendendo che i biancorossi di Germania potrebbero giocare una settimana intera senza mai creare pericoli sostanziosi. E’ il grave limite della Juventus di questi tempi, anche contro il volere del mister che predica attacco e spietatezza. Se non altro la squadra centra l’obbiettivo senza spendere troppe energie e risparmiando Di Maria. L’Inter è avvisata.
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