Da undici anni il paese attende la effettiva applicazione della riforma del 2006, che doveva realizzare il diritto dei figli di genitori separati a ricevere le cure e il contributo educativo e affettivo di entrambi i genitori, ugualmente impegnati e gravati da pari responsabilità.
Tutto ciò, seguendo le conclusioni del Report Istat del novembre 2016, non è affatto avvenuto e il sistema legale si è limitato a introdurre modifiche puramente nominalistiche, come chiamare collocatario l’affidatario esclusivo, e non collocatario l’altro genitore, conservando vecchi ruoli e funzioni, arroganza e disimpegno.
Al malessere e alla delusione dei figli si aggiunge anche la beffa di vedere la propria spoliazione di un diritto indisponibile motivata con “il loro esclusivo interesse”, a dispetto della unanimità degli studi scientifici che attestano esattamente il contrario, ovvero che la stabilità logistica deve andare in secondo piano rispetto a quella affettiva, pena gravi scompensi nella loro vita.
La loro muta protesta è stata tuttavia raccolta da tante tante madri, a loro volta spogliate delle pari opportunità e di altrettanti padri, che avrebbero voluto essere maggiormente presenti.
In forza della spinta di questa imponente componente sociale (circa 4 milioni di persone) si è iniziato a sgretolare il fronte della conservazione, tanto che nel marzo 2017 a partire dai tribunali di Brindisi e Salerno si sono avuti nuovi orientamenti, in linea con la riforma del 2006.
E adesso anche il Ministro della Giustizia, sensibile e attento a questo disagio, è uscito con un tweet che va ben oltre le parole impiegate, provenendo da persona di nota serietà:
“Ieri ho incontrato associazione bigenitorialità. Lavoriamo per applicare legge su affido condiviso, difendiamo soggetti deboli #alziamolavoce “.
«Non dubitiamo che a questo messaggio seguiranno concrete iniziative per rendere effettiva la promessa – dichiara l’accademico Prof. Marino Maglietta, presidente dell’ associazione Crescere Insieme – ci dichiariamo senz’altro pronti a collaborare con lui, a nome di tutte le famiglie separate, per un risultato così a lungo sperato e atteso, dandogli, per quanto a noi possibile, tutto il supporto e la forza necessarie».
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