Questa volta la montagna del G7 di Bologna non ha partorito un topolino, bensì un simpatico “pandino” (rigorosamente di cartapesta) che è stato donato al ministro Gian Luca Galletti dal WWF sull’eco dello slogan “Save the Climate, Save the Humans” che suona come un appello alle istituzioni dei paesi industrializzati del mondo per dare concretezza all’azione sul clima, dando avvio a politiche che vadano anche oltre gli impegni finora assunti per attuare l’Accordo di Parigi.
Sul meeting internazionale a presidenza italiana (11-12 giugno 2017) cala il sipario, con i ministri dell’ambiente partecipanti che hanno trovato l’accordo su tutto ed in particolare sui tre macro temi sul tavolo : rifiuti in mare (marine litter), riciclo ed economia circolare, tassazione ambientale ed eliminazione dei sussidi dannosi all’ambiente.
Ma sull’incontro di Bologna anche il “Mr Trump – pensiero” ha aleggiato a lungo, fortemente amplificato dalla “fugace” presenza del direttore dell’agenzia federale per l’Ambiente Epa, Scott Pruitt, che ha lasciato l’incontro dopo poco, lasciando anche gli USA rappresentati da un funzionario dell’Epa di seconda fila, Jane Nishida, con l’ingrato compito di ribadire le profonde divergenze dell’establishment americano con gli altri sei paesi e l’Unione europea sull’Accordo di Parigi.
Il ministro Galletti al termine ha dichiarato: “Su tutti i temi a parte il clima c’è un accordo completo” … e così sostanzialmente gli fa da contrafforte il tenore della dichiarazione finale sottoscritta all’unanimità ai lavori del G7 dei ministri dell’Ambiente, ma una postilla degli USA, che suona come un segno dello scarso interesse degli Stati Uniti per questo forum, sottolinea tutta la criticità sui temi su cui c’è maggiore disaccordo .
E infatti nonostante l’unanimità, nella dichiarazione finale c’è una postilla in cui gli Usa dicono che non aderiscono alla sezione del comunicato riguardante sia il clima che quella delle banche per lo sviluppo. Si legge: “Noi gli Stati Uniti d’America continuiamo a dimostrare attraverso l’azione, avendo ridotto la nostra impronta di CO2, come dimostrato dal raggiungimento a livello nazionale dei livelli di CO2 pre-1994. Gli Stati Uniti continueranno a impegnarsi con i partner internazionali chiave in un modo che sia coerente con le nostre priorità nazionali, preservando sia una forte economia che un ambiente salubre. Di conseguenza, noi gli Stati Uniti non aderiamo a queste sezioni del comunicato sul clima e le MDB (banche multilaterali di sviluppo), agendo così rispetto al nostro recente annuncio di ritirarci e cessare immediatamente l’attuazione dell’Accordo di Parigi e gli impegni finanziari associati”.
La sezione 2 del documento comune, sul cambiamento, è firmata soltanto dai ministri degli altri sei paesi del G7 e dall’unione Europea.
(On line il testo integrale dell’accordo).
Appuntamento al prossimo G7.
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