Woody Allen Movie Music dà il via alla programmazione settimanale del TBM. Lunedì 28 novembre l’ensemble Luca Velotti Trio composta da Michele Ariodante (chitarra e voce), Luca Velotti (sax e clarinetto) e Gerardo Bartoccini (contrabasso), con la partecipazione di Piji, darà vita alle sonorità che il regista e attore americano, grande appassionato di jazz, apprezza di più. Una proposta versatile che va da You do something to me di Cole Porter a Si tu vois ma mere di Sidney Bechet, da Desafinado di Antonio CarllosJobim ad altre musiche che solitamente Allen inserisce come colonna sonora nei suoi film.
Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro -Anno 2022 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali
Martedì 29 novembre, Memoralia presenta I Disertori – Interventi bellici dal divano di casa. Sul palco del teatro si esibiranno Simone Colombari e Piji Siciliani che curano anche la regia dello spettacolo tratto dagli scritti di Brecht, De André, Rodari, Vian, De Gregori, Bellezza, Gaber, Ungaretti, Neruda, Prévert. Si declameranno poesie e canzoni contro la guerra trascinando il pubblico verso l’impellente desiderio di pace che trasforma in materia pulsante e concreta tutto ciò che è stato scritto, recitato e cantato contro lo strumento di offesa più crudele in assoluto: la guerra. Si contestualizza infatti il conflitto russo-ucraino, attraverso una pièce che prende il titolo dalla celebre canzone “Le déserteur” di Boris Vian, la quale vanta due importanti traduzioni in italiano: una di Luigi Tenco (“Padroni della terra”) e l’altra più conosciuta di Giorgio Calabrese (“Il disertore”) per la versione cantata da Ivano Fossati. Si parte dunque da questa canzone d’autore internazionale, per tracciare un percorso artistico pacifista che tocchi le migliori penne della storia della letteratura, del teatro e della canzone in un viaggio che non sarebbe stato museale in nessun tempo. Quasi un promemoria da ripetere sempre a noi stessi, proprio come la poesia di Rodari, “Promemoria”, con il doppio significato sia di ricordare sia di contributo alla memoria storica. L’insieme è accompagnato dalla musica dal vivo di Egidio Marchitelli e da Michelangelo Vitullo che cura suono e luci.
Dopo lo spettacolo è previsto un breve incontro con gli artisti
Svelarsi chiude il mese di novembre e apre dicembre con le sue luci a festa. Mercoledì 30 novembre e giovedì 1 dicembre, Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Serena Dibiase, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini e Silvia Gallerano daranno vita a un’altalena tra vari stati: un senso di invasione, una mancanza di spazio, una compressione, da una parte. La potenza, lo strabordare, la risata travolgente, dall’altra. La cultura patriarcale che ancora ci circonda, insegna alle donne, sin da piccole, a limitare i propri desideri di potenza, ad accettare invasioni di campo, inteso come corpo, da parte dell’altro sesso, a mettersi in disparte e per senso di costrizione spesso a esplodere. Quando siamo insieme, riconoscendosi le une negli occhi delle altre, ritroviamo la forza per occupare lo spazio che ci spetta. Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, mutilazione, invisibilità. Tutti questi vissuti, messi insieme, si mostrano per quel che sono: soprusi, spesso meschini. Se ne vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci su e a rispondere con una potenza che non è stata sopita. Il lavoro di scrittura qui diviene condivisione: ogni attrice ha infatti scritto con le parole o con il proprio corpo la sua presenza in questo spettacolo. La scrittura non è solo di parole, anzi è soprattutto una scrittura di corpi. Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di svelamento rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente. Anche per questo Svelarsi si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle che si sentono e definiscono donne: non si tratta solo di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma anche di permettere a chi guarda di sentire il proprio corpo risuonare più profondamente con quello che vede, nudo, in scena. La rappresentazione è sold out il 30/11 e l’1/12. Drammaturgia e regia Silvia Gallerano; voce di Greta Marzano;
allestimento luci Camila Chiozza; consulenza costumi Emanuela Dall’Aglio
PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe in collaborazione con Teatro di Dioniso e il sostegno di Frida Kahlo Production
Con il contributo del MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio e Roma Capitale
Si ringraziano per il sostegno e per l’ospitalità ATCL per Spazio Rossellini, Lottounico, Fortezza Est e Fivizzano27
Venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 dicembre, è di scena C’era una volta il manicomio, uno spettacolo di affabulazione di e con Claudio Ascoli e con Sissi Abbondanza, prodotto da Chille de la balanza. Il suono e le video proiezioni sono a cura di Francesco Lascialfari, mentre il disegno luci di Teresa Palminiello. Lo spettacolo duro, emozionante, coinvolgente e divertente è un viaggio nella memoria degli ex-manicomi italiani, a partire da quello di Firenze: San Salvi, dove i Chille – storica compagnia del teatro di ricerca in Italia – risiedono dal 1998. I due attori sul palco “giocano”, mettendo a confronto la vita degli internati di un tempo con quella attuale. Gli spettatori “vivono” così in prima persona la realtà manicomiale, viaggiando nei luoghi e nelle situazioni di internamento. Nato nel lontano 1999, ogni sera diverso dalle precedenti, “C’era una volta…” ha superato i 60.000 spettatori in oltre 600 repliche! Vanta il riconoscimento di Unesco e Consiglio d’Europa come Passeggiata patrimoniale. La Convenzione di Faro (Portogallo) così la definisce: “…ha come obiettivo principale la promozione della consapevolezza tra i cittadini, intesi come soggetti culturali, della loro interazione con il patrimonio culturale in cui vivono e lavorano ed in particolare, del beneficio che deriva dal vivere immersi in questo “patrimonio”, tanto per la sua portata storica, quanto per le attività attuali”. Negli ultimi anni “C’era una volta…” è stato presentato in molti teatri italiani, girando in lungo e largo anche tra gli ex-manicomi italiani – tra cui anche Trieste, Gorizia, Udine, Volterra, L’Aquila, Aversa, Napoli, Reggio Emilia, Quarto-Genova, Fermo e Palermo – ogni volta in edizioni riferite alle singole realtà e situazioni. Sullo spettacolo sono stati scritti saggi, redatte tesi e condotti dottorati di ricerca, e negli anni si sono accumulate decine di recensioni critiche: ci piace qui riportare il commento, che oggi appare quasi profetico, scritto dal critico Enrico Fiore nel 2015: ”La situazione odierna, purtroppo, non appare diversa, poiché, se è stato eliminato il manicomio, non è stato eliminato ciò che stava dietro il manicomio. Scontiamo, tutti, la stessa condizione che fu degli ex matti. I meccanismi di potere ci privano del nostro «status» di persone e, dunque, della possibilità di stabilire un contatto vero e proficuo con gli altri. Siamo dei semplici numeri su un cartellino, appunto com’erano i ricoverati negli ospedali psichiatrici.”
I Separabili (Romeo e Sabah) andrà in scena venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 dicembre. Prodotto da Arca Azzurra e Associazione Teatrale Pistoiese, lo spettacolo tiene impegnato sul palco il Direttore Artistico del teatro Tor Bella Monaca, Alessandro Benvenuti affiancato da Chiara Caselli, guidati dai movimenti scenici di Giselda Ranieri. La rappresentazione, tratta dal testo di Fabrice Melquiot tradotto dal francese da Anna Romano, vanta la regia e la gestione dello spazio scenico di Sandro Mabellini. Qui, i protagonisti, un uomo e una donna adulti, tornano dopo anni nello stesso condominio, che li ha visti piccoli, dove hanno vissuto con i loro genitori. I due però abitavano in due edifici diversi e tornando nella propria casa, iniziano a rivivere ciò che hanno già vissuto. Romeo e Sarah, un bambino e una bambina di 9 anni, entrambi solitari, che hanno costruito mondi immaginari: lui al galoppo sul suo cavallo di legno; lei, con le piume in testa, come una guerriera Sioux a caccia di bisonti. Diffidenti all’inizio, pian piano si legano di un’amicizia indistruttibile, sfidando i codici sociali. Un legame visto di cattivo occhio dagli adulti, lontani eredi delle famiglie nemiche degli amanti di Verona. La brutalità degli adulti e i loro pregiudizi razzisti riusciranno a distruggere questo amore incondizionato? L’insieme di forgia della creatività della sand artist Gabriella Compagnone.
Le anticipazioni della soap di Rai Uno, Il Paradiso delle Signore 9, ci rivelano alcuni…
Cosa accadrà nelle puntata in onda da lunedì 25 a venerdì 29 novembre di Uomini…
Nel corso della puntata di ieri, con un colpo di scena, l'allievo si è dichiarato…
L'eliminazione e il ritorno sui social Dopo una serie di salvataggi che hanno tenuto tutti…
Curiosità sulla vita privata e la carriera della giornalista e conduttrice de Le Iene, Veronica…
Curiosità sulla vita privata e la carriera dell'attore Massimo Ghini, protagonista del film tv Ennio…