COME IN UN FILM, 130 ANNI DI GIOCHI, OLIMPICI E NON –
In realtà, l’autore dell’opera – Franco Ascani – è molto più giovane, rispetto al periodo in cui sono stati concepiti e realizzati i 200 capolavori, per la gran parte in celluloide, che hanno illustrato ed enfatizzato lo sport come olimpismo e l’olimpismo moderno come vezzo evocativo di un fenomeno unico. I Giochi furono espressione fondamentale della cultura classica occidentale, che con i Pitici, Nemei, Istmici, Agonali, etc., nei secoli che precedettero la cristianizzazione, toccarono l’apogeo celebrativo con gli Olimpici. La storia di una riproposizione avvincente, iniziata a metà del XIX secolo con il mercante Zappas e proseguita dal nobile barone de Coubertin ad Atene, nel 1896, ha in realtà percorso in lungo e in largo nel tempo e nello spazio il Pianeta, relegando la povera originaria Olympia al ruolo di antica convitata di pietra. Adesso i Giochi, in straordinaria edizione COVID, a Tokio nella prossima estate, sembrano quasi una forzatura, ma la loro rappresentazione contemporanea ha diversamente avuto – in 125 anni – momenti di assoluto protagonismo, prima e dopo le due Guerre Mondiali, senza però riuscire a fermarle, anzi perdendo pezzi pregiati per ben tre edizioni. Chissà quanto sarà contento Bruno Beneck, posizionato da anni in Borea, nel constatare il grande lavoro di valorizzazione fatto dal suo successore, appunto Franco Ascani, apprezzato professore, formatore di quadri scelti per lo sport in chiave futurista, presso l’Università della Bicocca. Infine, l’occasione per spiegare che in realtà il Presidente della FICTS (Federazione Internazionale del Cinema e della Televisione Sportiva) esprime con competenza il suo immenso talento in un ambito virtuoso e virtuale, quando nel reale sarebbe stato e sarebbe in grado di fare ancora di più, perché della promozione dello sport e in particolare in ambito scolastico lui è il vero numero uno. Infatti, a Milano non esiste alcuno che, da sessant’anni a questa parte, non abbia avuto il battesimo sportivo all’Arena da questo sognatore senza età, che continua a credere in un progetto di rinascenza italica attraverso lo sport, fatto di pochi, semplici asset organizzativi, economia essenziale e fiducia nel ruolo di agenzia educativa della scuola attraverso i giochi e appunto lo sport. Così, i Trofei di Milano, che potevano divenire d’Italia, oggi lo sono del mondo, passando con Ascani dalla pista allo schermo, nella biblica attesa che il buon senso e il buon governo prevalgano.
Per la prima volta nella storia della cinematografia olimpica viene effettuata una dettagliata ricerca di diverse fonti di tutta la produzione esistente per arrivare a un’analisi completa e comparata di tutte le opere prodotte nell’arco temporale di 130 anni. Sono state visionate, analizzate e catalogato da critici cinematografici ed esperti del settore 200 opere così suddivise in 5 categorie: 51 film olimpici ufficiali: si tratta delle opere che il CIO ha ritenuto “ufficiali” (nelle schede è indicato il link per la visione attraverso i canali internet) che costituiscono un’unica eredità audiovisiva per ciascuna edizione dei Giochi: un vero e proprio patrimonio per la cultura e per il mondo. 23 film olimpici: si tratta di opere parallele realizzate durante o immediatamente dopo la conclusione di ogni edizione dei Giochi Olimpici. 105 film a tema Olimpico: si tratta di opere realizzate dopo i Giochi Olimpici da produzioni private o da major finalizzato a un risvolto commerciale, ossia per i canali della distribuzione. 14 film antologici: non fanno riferimento a una edizione, ma a più edizioni. 7 i film paralimpici.