Sicilia e Calabria Inondate. Le avverse condizioni climatiche si verificano in tutta Europa. In Svizzera, in Germania, in Francia e soprattutto nei Paesi Bassi è un continuo misurarsi con le forze della Natura.
Il responsabile del sito www.iLMeteo.it Andrea GARBINATO aveva già espresso i suoi timori per la situazione che andava delineandosi. Si stava approssimando un ciclone in risalita dalla Tunisia con una miscela molto pericolosa: sul mare la presenza di aria calda/umida e in arrivo dalla Russia aria gelida.
Quindi si prevedevano piogge torrenziali su una parte della Calabria, e soprattutto sulla Sicilia Ionica, anche superando i 200 mm di pioggia.
Quando il maltempo “previsto” ha rilasciato tutto la sua potenziale energia attuandola con forza e violenza i deputati di “Sicilia Vera” e “Sud chiama Nord” con una mozione, di cui il primo firmatario è Giuseppe LOMBARDO, hanno chiesto al Governo Regionale di dichiarare l’evidente stato di calamità, con le seguenti parole “L’ondata di maltempo che si è abbattuta il 9 e 10 febbraio sulla Sicilia ha causato notevoli danni a tutto il territorio. È necessario dichiarare lo stato di calamità”.
Tratti costieri dei Comuni delle Sicilia orientale hanno sopportato le maggiori criticità. Lungo gli assi viari di fondamentale importanza si è scatenata la furia degli elementi atmosferici interessando porti, moli, muri di contenimento, infrastrutture ferroviarie e anche abitazioni private. Questi danni sono stati causati da mareggiate impetuose che hanno sospinto i marosi fino all’interno dei centri abitati, creando notevoli problemi sia al patrimonio pubblico sia a quello privato.
Il maltempo non si verifica solo qui da noi ma anche in altre zone dell’Europa. In genere chi si salva da queste terribili esperienze si ritiene fortunato per poterlo raccontare ma lo shock sussiste ancora. In Svizzera, in Germania, in Francia e soprattutto nei Paesi Bassi simili inondazioni avvengono anche in misura maggiore. La differenza è rappresentata dall’ impegno fattivo dei governi per ridurre al minimo queste situazioni. Le soluzioni certamente presentano problemi tecnici e soprattutto sociali di non facile risoluzione.
Sicilia e Calabria Inondate non solo una volta. Una delle proposte che gira in Europa è di demolire e di NON ricostruire nelle zone a rischio. Anche se l’alternativa risulta essere comoda per tutti non lo sarebbe per i proprietari di terre e beni immobili delle zone in oggetto. Perdere la propria casa senza una facile e effettiva ricollocazione altrove rischia di assumere i toni orribili della deportazione. Quindi essere realistici e riflettere a lungo per trovare la quadratura di questo cerchio che presenta un solo fattore comune a tutte le idee in cantiere: costa molto e tanto. La gestione dell’alveo dei fiumi da noi è ancora ignorata preferendo un rapido guadagno senza tener conto dei problemi futuri. I corsi d’acqua veloci necessitano di ampio spazio in caso di piogge per espandersi senza esondare. Raddrizzando e costringendo i corsi d’acqua per motivi produttivi crea notevoli rischi in situazioni metereologiche estreme.
In Svizzera il fiume AAR lo si sta progressivamente riportando all’originale tracciato serpeggiante. Permettendogli di assumere forme differenti, scelte dalla natura stessa, si consente ai fiumi di diminuire la portata d’acqua. In Francia dopo precedenti esperienze catastrofiche il Governo ha provveduto a risolvere il problema attraverso specifiche normative. In un luogo ove persero la vita 29 persone, attualmente diventato un campo di golf, si è creata una zona rossa non più edificabile. I cittadini hanno lasciato le proprietà non attraverso un esproprio ma con un accordo economico con lo Stato. Attualmente nelle nuove costruzioni si richiedono standard elevati nelle zone a rischio idrogeologico. Una valvola di “non ritorno” nelle tubature, per evitare che l’acqua risalga attraverso gli impianti idrici fino alla creazione di una “stanza rifugio accessibile dall’esterno. In Germania, a Colonia, sono stati progettati scientificamente sistemi più avanzati al mondo per prevedere a che velocità si propaghi un’esondazione.
In questo modo tengono sotto controllo il Reno che ha causato non pochi seri problemi negli ultimi trent’anni. La causa che ha invogliato a risolvere il problema sono state due esondazioni a distanza di tredici mesi. La terza sembrava dietro l’angolo, quindi occorreva prendere serie decisioni per ridurne i danni. In questo caso in undici anni Colonia ha creato un sistema a protezioni mobili garantendo il monitoraggio e la protezione di 70 chilometri di argine. Attraverso previsioni accurate che indicano come e dove intervenire, si può realizzare un efficace intervento. Un sistema di barriere mobili per circa 10 chilometri in Real Time crea la riuscita positiva. Occorre l’utilizzo di 50 ore d lavoro per circa 500 addetti per realizzare questa protezione valida solo per fiumi lenti come il Reno ma non per gli affluenti. Sui fiumi piccoli le forti precipitazioni causano fenomeni evidenti, più veloci e più gravi.
Avendo visto l’esempio tedesco occorre ricordare che sia in Italia sia in Germania le autorità locali hanno pieno potere nelle situazioni di emergenza. In entrami i Paesi chiedono incessantemente, anche e comunque, un maggior supporto dal potere centrale.
Solo le ultime alluvioni:
8 Agosto 2020 Alluvione lampo e Frana a Messina Sicilia
2-3 Ottobre 2020 Alluvione tra la provincia di Cuneo e province limitrofe Piemonte e Liguria
24 Ottobre 2021 Alluvione in provincia di Catania e di Siracusa Sicilia
15-16 settembre 2022 Alluvione in provincia di Pesaro e Urbino Marche, Umbria
26 novembre 2022 Alluvione di Ischia del 2022 ISCHIA (NA)
9 febbraio 2023 Siracusa e Province limitrofe Sicilia e Calabria
Fabrizio De ANDRÉ in una strofa della sua poetica canzone “Don Raffae’” canta:
“… e lo Stato che fa / Si costerna, s’indigna, s’impegna / Poi getta la spugna con gran dignità /…”.
Immagini di repertorio
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