Si è chiusa a Düsseldorf l’edizione 2023 del Prowein la più importante fiera mondiale dedicata al vino. Vasta la presenza del vino italiano con ben tre padiglioni dedicati al made in Italy. Storicamente il salone tedesco precede di due settimane il Vinitaly di Verona, ma soprattutto racchiude tutti i produttori mondiali con le etichette più importanti di tutto il panorama internazionale.
Ottima la presenza di visitatori che al Prowein sono solo professionisti del settore.
Per le aziende un’ottima occasione di business concreto con l’opportunità dopo due anni difficili dovuti alla pandemia di incontrare importatori da tutto il mondo.
Se l’organizzazione del Salone è ritornata alla normalità, altrettanto non si può dire delle presenze oltre manica e dall’Oriente. Tra i vari espositori non sono mancati i malumori per la presenza quasi nulla di importatori e distributori americani ma anche da sponda orientale di distributori cinesi. Se il mercato made in USA rappresenta per le cantine italiane un mercato consolidato quello cinese resta ancora un nervo scoperto. La presenza delle etichette italiane sul mercato cinese è ancora molto lacunosa ed il lavoro da fare ancora tanto.
Tra i vari produttori il commento più diffuso è stato quello del cambiamento di abitudini dovuto al Covid 19, dove l’impressione della mancanza di distributori americani sia dovuta al fatto che si preferisca ormai il contatto via web.
“Noi siamo stati fortunati e abbiamo avuto diversi appuntamenti, ma ti confermo che ho visto molti produttori che non avevano appuntamenti e hanno perso tempo non essendoci importatori oltre oceano” ci dice un noto produttore del Piemonte, “quello che ti posso dire è che i tempi sono cambiati e molti distributori hanno preferito non venire”.
Ora i preparativi si concentrano tutti sulla prossima edizione del Vinitaly che si terrà dal 2 al 5 aprile ma che conta la defezione di alcuni stake holder nazionali di primo livello. Difatti se il Salone di Düsseldorf per tutti ha l’impressione netta di professionalità e garanzia di business concreto altrettanto non si può dire del Vinitaly salone aperto a tutti anche se con biglietti a costi importanti.
“Quest’anno non parteciperemo al Vinitaly perché i costi non giustificano la nostra presenza” il commento di una nota cantina Umbra, ma opinione purtroppo diffusa tra i vari produttori con un’edizione che rischia ogni anno di perdere sempre più appeal diventando un salone secondario.
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