«L’affido paritetico a settimane alternate dei figli è un’incredibile realtà». A dichiararlo è l’avv. Carlo Ioppoli, presidente dell’Associazione Nazionale Familiaristi Italiani.
«Sono all’ordine del giorno – dichiara il noto avvocato familiarista – interventi giudiziari che introducono il cd affido paritetico (o paritario) nei provv.ti di separazione dei coniugi, i risultati sono eccellenti. Questa modalità di affidamento sta prendendo piede nei Tribunali italiani grazie anche ai tanti professionisti familiaristi che lavorano nel settore».
A Roma, per esempio, il Tribunale con decreto di omologazione del 12.9.2017 n. 25623 ha riconosciuto per la prima volta l’affidamento condiviso paritetico di minori ad una coppia in un giudizio di separazione riconoscendo il domicilio delle due figlie ad entrambi i coniugi con una frequentazione a settimane alterne.
Il Giudice, dopo aver accertato che tra i coniugi era cessata qualsivoglia comunione materiale e spirituale, ha omologato le condizioni stabilite tra gli ex, che, con riferimento alle figlie minori, si sono orientati verso una permanenza equilibrata del piccolo con il padre e con la madre.
Tante le sentenze che affermano ai minori, in ragione anche dell’età e della situazione, di trascorrere parti tempo con entrambi i genitori per idoneo apporto educativo ed affettivo. Nessun fallimento, la ragione ha prevalso sempre anche con l’aiuto di una giustizia equa ed attenta.
«Una condizione di certo non assoluta – conclude l’avv. Carlo Ioppoli – ma che porta notevoli benefici sotto molteplici punti di vista e che giorno dopo giorno diventa modello in diversi tribunali italiani garantendo al minore pari opportunità di frequentare sia la mamma che il papà, garantendo ai figli, nella quotidianità, la presenza qualificata dei genitori. L’ANFI, tramite il suo Centro Studi, ha avviato una ricerca tesa ad evidenziare i benefici su minori e genitori che adottano il regime di affidamento a settimane alterne. Si invitano pertanto chiunque abbia avuto questa esperienza a raccontare l’utilità che ne deriva».
«L’affido paritetico a settimane alterne aiuta i figli a crescere trasmettono loro affetto e, soprattutto, tanta sicurezza – dichiara il dott. Massimiliano Gobbi, consulente familiarista ANFI – Riduce al minimo le discussioni conseguenti ad assegni di mantenimento impropri e pone un freno alle frequenti e strumentali vertenze per i mancati alimenti. Finisce anche il continuo ricatto del genitore affidatario o collocatario che molto spesso interpreta a modo suo o non rispetta le disposizioni del tribunale, contando sulla scarsa applicazione dell’art.709 ter c.p.c., e fa vedere i figli all’altro genitore secondo le sue esigenze e secondo la disponibilità di quest’ultimo a pagare di più».
«Con queste condizioni – conclude il consulente familiarista – i minori ampliano le loro frequentazioni, le loro amicizie e i loro interessi. Col passare degli anni questo equilibrio permette loro di sviluppare una personalità forte e combattiva, disincantata su certi paradisi esistenziali. Le carenze di un genitore possono essere prontamente integrate dalla sensibilità dell’altro. L’affido paritetico, come nel mio caso, riduce al minimo le discussioni tra i genitori, i figli diventano direttamente o indirettamente i veri mediatori familiari».
In Europa la Svezia è lo stato europeo con la maggiore percentuale di affidi in alternanza (40%), segue il Belgio (30%). L’Italia, parte da una percentuale molto bassa (2%) ma il dato tende a salire come in Spagna dove i numeri degli affidamenti materialmente condivisi è salito in poco tempo dal 10 al 40%.
«L’affidamento materialmente condiviso è la migliore realizzazione delle esigenze della prole di usufruire di una equilibrata relazione emotivo-relazionale con le due figure genitoriali». A dichiararlo è anche la Società italiana Scienze Forensi a seguito delle recenti Linee Guida Sezione Famiglia del Tribunale di Brindisi in merito all’affidamento materialmente condiviso.
La peculiarità dell’affidamento materialmente condiviso sta nel fatto che esso «restituisce una migliore sistemazione alla famiglia divisa – spiegano dalla Sisf – influenzando notevolmente la soddisfazione per lo stile di vita di tutti i membri e riducendo sia il rischio di perdita definitiva del contatto con un genitore sia la conflittualità intergenitoriale a lungo termine».
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