Stephan Schmidheiny era già stato condannato in primo e secondo grado per il reato di disastro ambientale (art. 434 c.p.). Successivamente, il 19 novembre 2014, era stato assolto per prescrizione. L’imputazione, mercoledì 13 Dicembre, potrebbe tornare di omicidio volontario.
Il GUP di Torino, Dott.ssa Federica Bompieri, nel pronunciarsi ha derubricato l’accusa in omicidio colposo e frazionato il processo in 4 tronconi tra diversi tribunali (a Torino, a Vercelli, a Napoli e a Reggio Emilia), per la morte di 258 persone (ex lavoratori e residenti) tra il 1989 e il 2014..
La Procura della Repubblica di Torino ha presentato ricorso in Cassazione e se tale ricorso dovesse essere accolto il processo ripartirà da Torino con l’ipotesi di omicidio a carico di Stephan Schmidheiny.
«Speriamo che questa volta ci sia giustizia per le vittime. Appare incredibile che Stephan Schmidheiny sia stato processato per disastro ambientale dopo che il reato era già prescritto. Per quale motivo la Procura della Repubblica di Torino non si è mossa tempestivamente? Crediamo nella giustizia e quindi siamo fiduciosi che si faccia luce sulle responsabilità per le migliaia di morti di amianto in Italia, molte delle quali ascrivibili all’amianto prodotto e lavorato dalla multinazionale Eternit», dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, legale di parte civile nel procedimento e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
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