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“Vergine Mediterranea. Un’adolescenza remota”

Rita Caccamo: dai saggi sociologici verso il racconto autobiografico. Rita Caccamo è noto professore di Sociologia alla Sapienza Università di Roma. La narrazione del mestiere in lei si snoda agevolmente, arricchendosi di riferimenti alla letteratura, al teatro e al cinema, in una carriera accademica che conta circa cinquanta pubblicazioni autorevoli in campi di studio e ricerca. Recentemente la sua stessa scrittura si è andata modificando rispetto all’impronta sociologica che ha caratterizzato una personale prestigiosa storia lavorativa, ed è cosi’ che e’ nata l’dea, piano piano, del suo primo romanzo, appena uscito e pubblicato da Edizioni Nuova Cultura.
Piu’ che un romanzo, si tratta di un racconto di vita, che si rivela incredibilmente denso di riferimenti a persone, luoghi, cose, sepolti nel passato e riattivati nel lavorìo della memoria di Rossana, l’io narrante della storia. Un titolo accattivante per un titolo-filo conduttore che probabilmente il lettore non si aspetterebbe: Vergine Mediterranea. Un’ adolescenza remota.
Ne emergono personaggi, figure, casi, luoghi, che poi scompaiono come delle immagini, per dar volto ad altri; e seguono tutti l’andamento della mente e della sua, intrinseca, discontinuità. Si disegna, quindi, un “genere misto”, che si sviluppa su diversi piani di realtà e d’immaginazione, dando luogo a un romanzo con vena autobiografica, com’è testimoniato dai molteplici riferimenti alla fine del testo. E si esprime nello stesso titolo, che fa riferimento a uno statuto antropologico: quello, appunto, di vergine mediterranea. Leggendolo, si è trascinati dall’onda amica della narrazione.
Non ci sono delle vere e proprie suddivisioni della storia, che si svolge principalmente secondo l’idea ( e la pratica) del flusso di coscienza. Forzando un po’, si possono individuare due filoni principali. Il primo si svolge con dei riferimenti chiari all’adolescenza di Rossana, protagonista indiscussa della storia. Si delinea, così, quella precoce, incontaminata e felice, in accordo con la natura e con il mondo, e certa nell’amore di e verso la madre, ambivalente figura della storia, una sorta di alter ego. Altra figura inquietante è quella del fratello di tredici anni più grande, che delimita, in presenza o in assenza, il campo d’azione della ragazza e dei suoi diritti.
La cornice campestre dell’estate evidenzia eventi e sensazioni felici di quel tempo remoto: testimoniati dalla sbiadita, eppur viva, immagine in copertina. E’ il tempo delle grandi letture, a valenza formativa, e dello studio sistematico del pianoforte. Poi, iniziano le scoperte corporee e il gioco della seduzione, dando luogo a uno sguardo complice, ma non quieto, che trova il suo fuoco intorno ai sedici anni.
L’altro filone è più centrato sul percorso arduo verso la giovinezza, che sconfina nell’età adulta, dandone una sfumatura particolare: il passaggio ai diciotto anni, e il dopo. Risale a quell’epoca il primo, grande amore della protagonista, al quale Rossana è costretta a rinunciare, come avveniva nel passato. E dà il tono a una serie di vicende, in parte rese esplicite, in parte allusive, nel corso della narrazione. In quell’ordine rovesciato che è il ricordo.
Nel racconto, quell’episodio cruciale della prima giovinezza è andato a collocarsi, da solo e inconsapevolmente, al suo centro: a metà del lavoro, e al cuore della vicenda umana della protagonista.
Emerge, così, nella narrazione, un ritmo oscillante: ora rievocando eventi passati, di flashback, ora anticipando situazioni che si sono verificate in seguito, dopo il tempo felice (o definito tale) dell’infanzia e della adolescenza.
Molti sono i riferimenti letterari, che si snodano, per antagonismo o conciliazione, con il personaggio principale: da Lolita ad Anne Frank a Colette, a Ginia di Pavese. Vi trova legittimamente posto anche il riferimento a Giacomo Casanova.
Tanti, poi, sono gli sfondi romani, nei quali la protagonista era ed è immersa: luoghi dell’anima, di rimembranza e d’ispirazione per la stessa scrittura.
Questi molteplici nessi e riferimenti sono il frutto di un lavoro di scavo, che si fonda su materiale conscio o inconscio, esterno o interno alla prima persona; e vanno a comporre la storia di Rossana. E a farla leggere con grande interesse.
Rossana protagonista ed il suo mondo – quale sia quello reale e quale quello inventato non ci è dato mai, nella narrazione, con sicurezza saperlo – mostrano una Rita Caccamo intrigante, misteriosa ed adulatrice verso il lettore che, dopo aver letto questo breve concentrato di scrittura, si ritrova conquistato da una penna sagace, colta e dalla rara capacità umana di addentrarsi un in terreno letterario scivoloso, senza cadere vittima di retoriche o analisi superficiali.
Donna di grande fascino, Rita Caccamo è storica della sociologia come formazione; ha svolto ricerca in tal senso, per quasi due anni, negli Stati Uniti, dove ha poi pubblicato uno studio sulla città idealtipica americana. Negli ultimi anni si è occupata di moda e “stili di vita”: artisti di strada, giovani in rivolta, single rampanti, fondatori di “nuove” coppie. Tutti soggetti individuali e collettivi che condividono una forte dimensione di resistenza. Ha trascorso la sua vita lavorativa ai massimi livelli sia nell’aggiornamento professionale che nella docenza, occupandosi di argomenti che parlano a tutto tondo di Modernità e Post-Modernità. Interessi accademici e hobby personali si sono intrecciati spesso nel corso della sua professione. Uno per tutti: il viaggio come pratica di apertura, pausa dal lavoro, per potervi poi ritornare arricchiti di nuove esperienze.
Grande viaggiatrice nel mondo e soprattutto alla ricerca continua di “luoghi dell’anima”. E in Vergine Mediterranea. Un’ adolescenza remota di luoghi dell’anima se ne trovano tanti.

La prima presentazione in assoluto al pubblico di quest’opera? Il giorno 11 Giugno 2018 a Via delle Coppelle a Roma, presso l’Istituto Don Luigi Sturzo (Sala Perin Del Vago). Relatori per l’occasione : Andrea Di Consoli (RAI Uno), Andrea Bixio e Roberta Cipollini (entrambi dalla Sapienza, Università di Roma) e Cipriani Roberto (Roma3). Alla presenza dell’Autrice e di numerosi ospiti culturali.

Lisa Bernardini

 

In allegato, Rita Caccamo vista dalla fotografa Giovanna Onofri

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