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Rischi ambientali, cresce la richiesta per le assicurazioni

(Adnkronos) – Le catastrofi naturali sono sempre più frequenti e minacciano gravemente le aziende, che rischiano di trovare i propri beni strumentali distrutti in pochi minuti. La paura degli imprenditori è evidente non solo nelle loro parole, ma anche se si osservano i dati come fatto da Accenture. Nella sua ultima indagine su clienti di prodotti finanziari, la società di consulenza certifica l’incremento delle assicurazioni stipulate dagli imprenditori per tutelarsi dai rischi ambientali. Con il cambiamento climatico, infatti, gli eventi atmosferici avversi sono aumentati in termini di frequenza, intensità e magnitudo e la domanda di protezione dai fenomeni climatici è cresciuta notevolmente soprattutto in Italia. Al settore assicurativo è quindi richiesto un approccio innovativo e l’adozione di tecnologie avanzate. Solo negli ultimi 10 anni, secondo la società assicuratrice Munich Re, l’Italia ha subito danni per ben 35 miliardi di dollari. Se si considera tutto il mondo si arriva a 2.400 miliardi. A livello europeo, l’Italia è il paese più vulnerabile con un tasso di vulnerabilità del +35% rispetto alla media europea. Un divario enorme che però non corrisponde ad un’adeguata copertura assicurativa. Dall’indagine di Accenture, infatti, risulta che nel Belpaese tre abitazioni su quattro sono esposte a rischi significativi di calamità naturali, ma tra quelle dichiarate “a rischio”, solo il 4% è coperto da assicurazione. Nell’ultimo decennio i disastri dovuti al surriscaldamento climatico si sono moltiplicati. Il Mediterraneo è già da anni un bacino in cui “gli effetti dei cambiamenti climatici sono estremizzati e anticipati, rispetto ad altre regioni del mondo, e l’Italia si trova al centro di questo hot spot del cambiamento climatico”, avvertiva Legambiente nel “Rapporto 2022 dell’Osservatorio di Legambiente CittàClima”. Il monitoraggio svolto dall’Osservatorio ha individuato 780 comuni italiani in cui si sono già registrati impatti rilevanti dal 2010 a fine ottobre 2022. Gli eventi con danni registrati sulla mappa del rischio climatico sono arrivati a 1.503 con un aumento del 27% in meno di un anno, tra il 2021 e i primi 10 mesi del 2022. Solo nel 2022 sono stati registrati 254 eventi di questo tipo. Allargando lo sguardo, emerge che oltre 14.000 aree in Europa sono a rischio di inondazioni, secondo un nuovo strumento, il Flood Risk Area Viewer, lanciato recentemente dall’Ue per aumentare la consapevolezza su questo rischio. Il Flood Risk Area Viewer fornisce una mappa delle aree a rischio di alluvione, con informazioni fornite dagli Stati membri e supporto dalla Commissione e dall'Agenzia europea dell'ambiente. L’intenzione è quella di fronteggiare meglio e con più preparazione il rischio di inondazioni in Europa. Solo due settimane fa, la tempesta Ciaran ha devastato molte zone della Toscana ricordando una volta di più quanto sia pericoloso il cambiamento climatico e portando via con sé 8 vite e danni per 300 milioni di euro, secondo le prime stime del governatore Giani. Affrontare questa sfida richiede un intervento multiplo nel settore assicurativo, con un focus su: – innovazione tecnologica: l’implementazione di strumenti innovativi e intelligenza artificiale generativa può trasformare i processi interni. Modelli predittivi basati sull’IA possono rivedere le politiche di prezzo, mentre tecnologie emergenti come SpaceTech e AgriTech possono rivoluzionare i processi di assunzione e gestione dei sinistri; – prevenzione ed educazione: le compagnie assicurative possono sviluppare servizi di prevenzione ed educazione per mitigare i rischi. Collaborare con il settore pubblico per un intervento complementare è essenziale Lo studio invita ad una maggiore collaborazione pubblico-privato, che viene spinta su più fronti nell’ambito Esg.  Sul fronte tecnologico è chiaro come l’intelligenza artificiale rappresenti una grande opportunità per il settore assicurativo che si basa su statistiche e previsioni. Nel 2022, a livello mondiale, le aziende hanno utilizzato l’IA soprattutto per prendere decisioni di business più efficaci e per le operazioni quotidiane (37%). La seconda motivazione più frequente (33%) è la fornitura di dati più accurati ed affidabili sulle Kpi utili alla reportistica di sostenibilità. Le imprese spesso utilizzano l’IA anche per automatizzare la raccolta di dati che spesso sono il frutto di operazioni molto complesse (29%).  Quest’ultima funzione è particolarmente interessante per il settore assicurativo. È chiaro, infatti, come le enormi capacità predittive di questa tecnologia possano rendere molto preciso il calcolo del rischio. Non solo: l’instabilità ambientale cambia rapidamenti gli scenari, e spesso è difficile stare al passo sia per le compagnie assicurative che per le imprese. La prontezza garantita dall’IA può fornire al settore l’elasticità necessaria a fronteggiare questa situazione. Qui per maggiori informazioni su come l’intelligenza artificiale può migliorare le perfomance Esg. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fabrizio Gerolla

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