I comuni di Albano Laziale e Ciampino hanno gestito lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, affidandosi alla società Ecosystem di Pomezia tramite procedimenti diretti e senza ricorrere a bandi pubblici. Questa scelta, che ha portato all’erogazione complessiva di oltre 5,2 milioni di euro tra il 2019 e il 2025, è stata giustificata ufficialmente dall’assenza di concorrenza nel settore. Tuttavia, emergono numerosi dubbi e contraddizioni che sollevano interrogativi sull’operato delle amministrazioni coinvolte e sulle figure chiave nella gestione di queste decisioni.
Federica Giglio, ex dirigente del Comune di Albano e attualmente assessora all’Ambiente di Ciampino e dirigente presso l’Ufficio Pianificazione Rifiuti del Lazio, ha svolto un ruolo centrale nell’intero processo. Dal 2019, Giglio ha firmato determinazioni amministrative che hanno garantito a Ecosystem affidamenti diretti per milioni di euro, facendo leva sull’articolo 63 del Codice degli Appalti. Questo articolo permette di evitare gare pubbliche quando i servizi possono essere forniti solo da un operatore specifico, una giustificazione che Giglio ha ripetutamente utilizzato per confermare il rapporto con Ecosystem. Tra le determinazioni più rilevanti, spiccano quelle del novembre 2019 e del dicembre 2021, che hanno stanziato rispettivamente 1,13 milioni e 1,16 milioni di euro per i bienni successivi. Anche dopo il trasferimento di Giglio all’Ufficio Pianificazione Rifiuti Lazio nel 2022, le amministrazioni comunali hanno continuato ad affidarsi alle sue decisioni precedenti, confermando ulteriori somme per gli anni 2023, 2024 e 2025.
Un elemento particolarmente controverso riguarda le motivazioni alla base di questi affidamenti. I comuni hanno dichiarato che non esistono alternative a Ecosystem, vista la mancanza di concorrenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella provincia di Roma. Tuttavia, in una nota ufficiale del 2022 firmata da Federica Giglio nella sua veste di dirigente regionale, si afferma il contrario: la concorrenza nel settore esiste. Questa contraddizione ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle dichiarazioni di Giglio e sulla legittimità delle procedure adottate dai comuni. Il suo ruolo appare ulteriormente complicato dalla sovrapposizione di incarichi tecnici e politici, dato che riveste contemporaneamente ruoli strategici sia a livello locale che regionale.
Sul piano tecnico, il passaggio dal trattamento rifiuti presso impianti TMB (Trattamento Meccanico Biologico) a impianti TM (Trattamento Meccanico) ha rappresentato un declassamento nella gestione dei rifiuti di Albano. Fino al 2016, il comune si affidava al TMB della Pontina Ambiente del Gruppo Cerroni, un trattamento considerato più avanzato. Successivamente, dopo un incendio, i rifiuti sono stati conferiti al TMB della Rida Ambiente di Aprilia. Dal 2019, sotto la gestione di Giglio, è stato scelto l’impianto TM di Ecosystem, un tipo di trattamento giudicato non conforme dal Consiglio di Stato e, dunque, potenzialmente illegale. Questo cambiamento ha alimentato ulteriori dubbi sulla correttezza delle scelte compiute e sui potenziali rischi per l’ambiente e la salute pubblica.
L’intera vicenda si inserisce in un contesto di relazioni politiche complesse, con altri attori rilevanti come Nicola Marini, ex sindaco di Albano e attuale capogruppo PD nella Città Metropolitana di Roma, e Luca Andreassi, vicesindaco e delegato ai Rifiuti di Albano, il cui percorso politico ha toccato più formazioni, dall’UDC al PD fino a Italia Viva. Entrambi hanno avuto un ruolo nelle decisioni che hanno portato al consolidamento del rapporto tra Albano ed Ecosystem.
Questa situazione solleva importanti questioni di trasparenza amministrativa e legalità. Le giustificazioni fornite dai comuni appaiono fragili, soprattutto alla luce delle contraddizioni emerse sulla presenza di concorrenza nel settore. La figura di Federica Giglio, al centro delle decisioni più rilevanti, rappresenta un nodo cruciale, evidenziando la necessità di chiarire eventuali conflitti di interesse e di verificare la regolarità dei procedimenti adottati. Sullo sfondo, rimane il dubbio sulla conformità del trattamento rifiuti adottato da Ecosystem, un tema che potrebbe avere ripercussioni legali e ambientali di vasta portata.
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