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Sanita'

Regione Lazio, con il Registro dei Tumori prevenzione in primo piano

Nel Lazio il Registro dei Tumori è adesso una realtà. Il via libera è arrivato dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale, che ha approvato all’unanimità il Regolamento che ne disciplina l’attuazione. Sono state così definite, ha spiegato Mario Abbruzzese, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Speciale Riforme istituzionali, “le finalità perseguite, i tipi di dati sensibili trattati, le operazioni eseguibili, i soggetti che possono trattare i dati, l’assetto organizzativo, le modalità di funzionamento del Registro, le modalità da adottare per tutelare l’identità e la riservatezza degli individui e la definizione delle voci di spesa ammissibili per lo svolgimento delle attività” previste.

“Desidero esprimere il mio sentito apprezzamento per questa fondamentale tappa verso l’effettiva istituzione di uno strumento di prevenzione e conoscenza rivolto alla tutela della salute dei cittadini” ha proseguito Abbruzzese, che attraverso un’interrogazione urgente aveva posto di recente il problema di un ritardo ormai inaccettabile ‘sulla concreta operatività’ del provvedimento, chiamando in causa il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

E finalmente la risposta è arrivata, con l’approvazione del regolamento di attuazione della legge regionale numero 7 del 2015 che istituisce il Registro dei Tumori (proposta presentata dal Movimento 5 Stelle e sottoscritta da 20 consiglieri).

“Si compie un passo in avanti significativo per allineare il Lazio nelle buone pratiche in un’ottica di conoscenza e prevenzione dei tumori” ha commentato Zingaretti.

Si tratta di uno strumento prezioso, molto utile per capire e valutare incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza dei tumori. Potranno essere svolti studi epidemiologici sui fattori di rischio e sugli esiti degli interventi di diagnosi precoce. Sarà inoltre possibile descrivere la pericolosità della malattia per sede e per tipo di tumore, età, genere e altre eventuali variabili di interesse per la ricerca scientifica.

Il Registro dei Tumori è gestito dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio in accordo con la Direzione Regionale Salute. E’ collegato alle unità funzionali dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena per la Città Metropolitana di Roma e alle Unità funzionali presso ogni Azienda Sanitaria Locale delle province del Lazio. Per quanto riguarda, poi, i tumori infantili il collegamento è con il DEP, il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio. Le Unità funzionali contribuiscono ad alimentare la Banca dati del Registro.
Insomma, adesso si potrà disporre della “reale fotografia dello stato di salute di una popolazione” ha spiegato ancora Abbruzzese, per cui “non si parlerà più in modo aleatorio e approssimativo di pochi o molti malati di tumore”, ma si riuscirà finalmente a “dimostrare la prevalenza di una forma tumorale su altre e la sua possibile associazione con fattori di inquinamento ambientale”, isolando quindi “la probabile causa di malattia”.

Senza il Registro dei Tumori, infatti, “in nessuna struttura ospedaliera, pubblica e privata, ci sarebbe l’obbligo di archiviare i dati relativi alla diagnosi e alla cura delle neoplasie”, come ha evidenziato Rodolfo Lena, presidente della Commissione Politiche sociali e Salute regionale.
Per sorvegliare l’andamento della patologia oncologica bisogna ricercare le informazioni, codificarle, archiviarle e renderle disponibili per studi, ricerche, campagne di sensibilizzazione. Appare allora chiara l’importanza di disporre di questi dati, che sono essenziali per individuare le cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione di interventi di prevenzione e per la programmazione delle spese sanitarie.
Una sanità a misura d’uomo, insomma, che non può però permettersi di perdere tempo nel dialogo cieco tra politica e burocrazia.

Antonio De Angelis

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