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Pomezia, conferenza contro la produzione di bombe

Il 31 luglio il Comune di Pomezia ha patrocinato una conferenza presso l’Aula Magna del complesso Selva dei Pini contro i finanziamenti internazionali per produrre bombe a grappolo. Il 1 agosto infatti gli Stati Membri e gli attivisti impegnati su scala globale nel disarmo celebreranno il quinto anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM). Da allora, 117 Paesi hanno sottoscritto la Convenzione, impegnandosi a mettere al bando le bombe cluster e a rendere il mondo un luogo libero da questi ordigni.

“Patrociniamo con convinzione questa iniziativa – dichiara Elisabetta Serra, vice Sindaco del Comune di Pomezia – perché rappresenta un’importante occasione di approfondimento e di confronto su un tema mai abbastanza discusso. E’ per questo che abbiamo voluto invitare a partecipare tutta la cittadinanza e in particolare le associazioni: crediamo infatti che i cittadini attivi siano innanzitutto cittadini consapevoli e informati, coscienti di come le proprie azioni, in ogni ambito, possano fare la differenza”.

Nel 2008, al termine del Processo di Oslo, i governi negoziarono il trattato internazionale conosciuto come Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) che mette al bando l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento delle bombe cluster. La Convenzione entrò in vigore esattamente 5 anni fa, il 1 Agosto 2010.  L’Italia ha sottoscritto la CCM in occasione dell’apertura alla firma ad Oslo il 3 dicembre 2008, ed ha ratificato il 21 settembre 2011.

Il trattato vieta la possibilità che i Paesi Membri  sostengano  in qualunque modo attività collegate direttamente o indirettamente alla produzione di bombe cluster messa al bando dalla Convenzione. Secondo l’interpretazione presentata dalla Cluster Munition Coalition, condivisa dai suoi membri e da un crescente numero di Paesi, questo include anche la proibizione  degli investimenti, da ritenersi a tutti gli effetti una forma di assistenza alla produzione. Per porre fine una volta per tutte ai danni causati da queste armi, è fondamentale bloccare gli investimenti nelle industrie che le producono. “No money, no production” : senza soldi non è possibile alcuna produzione. I risultati della ricerca mostrano che  dal  giugno 2011 al settembre 2014, le istituzioni finanziarie  a livello internazionale hanno investito miliardi  di dollari americani in compagnie che producono munizioni cluster, componenti chiave di queste o submunizioni esplosive. “I governi che si sono impegnati a liberare il mondo dalle munizioni cluster, non devono permettere che istituzioni finanziarie supportino la produzioni di armi bandite. Per questo motivo abbiamo avviato una petizione a supporto dell’adozione di una legge italiana che ponga fine agli investimenti ‘esplosivi’ – dichiara Giuseppe Schiavello, Direttore della Campagna Italiana contro le mine – “Il disegno di legge è bloccato, dopo essere stato ripresentato nel marzo 2013, da  due anni presso le Commissione Finanza di Camera e Senato, l’obiettivo della nostra petizione è sbloccare questa situazione” conclude Schiavello.

Per firmare la petizione Fermiamo gli investimenti esplosivi e far avanzare l’adozione della legge sul Disinvestment:http://lnx.campagnamine.org/campagne/petizione/

La petizione, lanciata in occasione del 1 marzo u.s., è supportata da Etica SGR, Centro di Documentazione Giornalistica, Info Comune, Missione oggi, Mosaico di Pace, Nigrizia.

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