Venerdì 1 aprile si è tenuta la quinta conferenza del progetto europeo “Escola da floresta”, inserita nel progetto Erasmus+ e condotta congiuntamente dall’Associazione “Chiara e Francesco” Onlus, Istituto Brodolini, Istituto Formalba, entrambi di Pomezia. I Partners: dal Portogallo, l’ Associazione Questao de Equilibrio Onlus (capo progetto), Escola Secundària del Palamela, Escola Secundaria Moita Barreiro dal Belgio , l’Associazione M.I.E.C., dalla Danimarca, Associazione Ung-Syd (Odense) e Netvaerrket (Grevee), in uno scenario quasi primaverile dell’Hotel Antonella di Pomezia hanno presentato a una sala gremita e dal sapore molto europeo il progetto dal titolo: “Escola da Floresta” (Forest school a learning adventure project) – “Apprendere facendo per vivere” – che, come scopriremo nel corso della presentazione, sono tutti dall’alto profilo formativo, dedicato ai ragazzi a rischio e in dispersione scolastica. Percorsi che definire semplicemente “di istruzione” é decisamente riduttivo, sia considerando il fatto che i destinatari sono i ragazzi e le ragazze provenienti da situazioni di forte disagio psicologico e sociale e sia per le metodiche proposte, concepite sui modelli del metodo Montessori attraverso l’uso della libertà di scelta e, aggiungo io, dell’interdipendenza, ma anche sul concetto di “educazione del cuore”, proprio di J. H. Pestalozzi. Percorsi integrati, quindi, di recupero di tutti i campi necessari allo sviluppo di un essere umano: la crescita interiore; lo sviluppo delle competenze relazionali; il lavoro sull’accrescimento di una corretta conoscenza del “se” e del proprio valore; sulla gestione delle emozioni attraverso la terapia dello shock, mettendo in difficoltà i ragazzi; l’estensione di un positivo senso civico e, ma non in ultimo, la formazione professionale. Un percorso formativo che resta all’avanguardia ancor oggi, completo, sviluppato con metodiche differenti, che spaziano tra l’uso delle competenze percettivo/sensoriali, psico/sociali, pedagogiche, tecnologiche e formative e che dà risultati importanti e positivi nell’incremento delle competenze, dell’autostima, nel rispetto della natura, nella riduzione dell’assenteismo e della violenza. Veder scorrere le immagini di aule scolastiche fatte di vasti boschi con piante secolari, percorsi da completare in bici, a piedi, in canoa, in grotte sotterranee, in contesti in cui la necessità di avere fiducia tanto quando di darne, crea la condizione ottimale per un reale e concreto percorso di recupero del trauma subito, che apre di nuovo il potenziale verso un futuro recuperato. Il lavoro svolto da queste realtà è di importanza straordinaria se consideriamo che le percentuali presentate durante i lavori indicano che il 100% dei ragazzi coinvolti è inizialmente considerato ad alto rischio. Al termine della conferenza il pensiero va ai ragazzi ai quali il percorso è dedicato e ti fa pensare che viene loro offerto un percorso di altissimo livello qualitativo, ma inevitabilmente ti chiedi: come sarebbe il mondo se la scuola fosse questa per tutti?
Manuela Troiani
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