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Attualità

Polizia penitenziaria, clamorosa protesta dei sindacati il giorno del Bicentenario del Corpo

 

La celebrazione del Bicentenario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, che si è tenuta nella mattinata odierna a Roma, alle Terme di Caracalla, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stata accompagnata da una forte protesta messa in atto dalle otto sigle sindacali Sappe, Osapp, Uilpa, Sinappe, Fns-Cisl, Uspp, Cnpp e Fp-Cgil, che si sono mobilitate in piazza Montecitorio per dare voce alle richieste dei baschi blu.

La protesta
“Ogni giorno nelle carceri italiane contiamo gravissimi eventi critici che vedono spesso soccombere i poliziotti penitenziari, sempre più soli e senza adeguati strumenti di difesa” si legge in una nota della Fns-Cisl. “Si protesta contro le condizioni critiche che vive quotidianamente il personale nelle carceri e i problemi di sotto organico”, quindi “per rivendicare più sicurezza, ma anche nuove assunzioni di agenti, adeguate a fronteggiare le oltre ottomila unità necessarie al Corpo, nuove dotazioni di risorse finanziare e tecnologiche, una rimodulazione del riordino delle carriere e adeguati stanziamenti per il rinnovo del contratto scaduto oramai da dieci anni”.
La situazione nei penitenziari italiani è drammatica.
“Non solo aggressioni e colluttazioni” chiarisce la Fns-Cisl, perché “dall’inizio dell’anno sono stati quasi 40 i suicidi in cella e numerosi sono anche gli atti di autolesionismo e i tentati suicidi”. E poi l’affondo del sindacato alla politica, considerata “assente, sorda ai nostri costanti richiami e appelli” e all’Amministrazione Penitenziaria, “silente e incapace di gestire e risolvere le continue criticità”.


Il presidente della Repubblica

Il Presidente Mattarella ha avuto parole di elogio per il personale della Polizia Penitenziaria, che “con spirito di servizio – ha detto il Capo dello Stato – quotidianamente contribuisce al mantenimento dell’ordine e asseconda il complesso percorso di rieducazione dei condannati, dando così adempimento ai precisi obblighi in tal senso sanciti dalla Costituzione.
Nell’esercizio dell’attività di vigilanza, spetta alla Polizia Penitenziaria il difficile compito di far fronte alle situazioni di sofferenza e di disagio proprie della realtà carceraria, compito assolto, grazie all’abnegazione e alla non comune professionalità degli appartenenti al Corpo, pur a fronte delle innegabili criticità del sistema carcerario”.
Il sistema, però, al netto degli apprezzamenti della prima carica dello Stato, è in pericolosa sofferenza e sopporta a stento un disagio crescente e con criticità sempre più evidenti.


Dap plaude al ministro Orlando

La situazione, ammoniscono i sindacati, non è più sostenibile, anche perché, come ha affermato Santi Consolo, il capo del Dap, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, “il ruolo della polizia penitenziaria è, oggi, quanto mai strategico e incisivo per la sicurezza del Paese”, “rappresenta lo Stato negli istituti penitenziari, dove è chiamata ad agire con fermezza, equilibrio, saggezza e con la più generosa disponibilità, per finalità di alto valore sociale”.
Consolo ha poi sottolineato come “l’attenzione e la sensibilità” del ministro Andrea Orlando abbiano “consentito finalmente di giungere al riordino e al riallineamento del personale del Corpo ai corrispondenti ruoli della Polizia di Stato e permesso di ottenere l’autorizzazione ad assumere nuovi agenti”.
Per il capo del Dap, inoltre, “una risposta concreta a molte esigenze potrà essere data da mirati investimenti nei sistemi di videosorveglianza e di automazione, tali da permettere il migliore e più sicuro servizio del personale negli istituti”.

Il Guardasigilli
Dal canto suo, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ricordato che “è sempre più importante l’impegno nella formazione e nel reperimento di risorse umane e materiali adeguate ai delicati compiti affidati ai poliziotti penitenziari”.
Negli ultimi anni, ha proseguito il Guardasigilli, “sono stati fatti molti sforzi per cambiare il sistema complessivo della esecuzione penale e per migliorare la vivibilità del carcere e le condizioni di lavoro del personale” e interventi normativi, accanto a una profonda innovazione amministrativa, “stanno dando un nuovo assetto che dovrà essere completato con l’attuazione della delega in materia di riforma dell’ordinamento penitenziario”.
Ma, evidentemente, a giudicare dal grido di protesta lanciato oggi all’unisono dai sindacati, c’è ancora molto da fare per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria.

Mannone, Fns-Cisl
“I turni massacranti del personale, l’evasione di detenuti, la necessità di aprire nuovi padiglioni nelle carceri e l’esigenza di migliorare architettonicamente quelli esistenti con la creazione di più spazi a disposizione per tutti avrebbero dovuto indurre il Governo a trovare soluzioni rispondenti alla pesante situazione in cui versano gli istituti di pena” tuona il segretario generale Fns-Cisl Pompeo Mannone, che aggiunge: “Abbiamo invece dovuto verificare che nel piano di assunzioni autorizzate dalla Ministra Madia sono previste solo 305 unità di Polizia Penitenziaria. Un’autentica beffa, una grave sottovalutazione dei problemi del pianeta carcere che diventano sempre più acuti e gli effetti sono devastanti sul personale e sulla sicurezza dei cittadini”.
“Non è accettabile – conclude – che non si garantisca per problemi di organici la vigilanza sulle mura di cinta con il numero di agenti necessari al servizio, che i sistemi di antintrusione e antievasione siano inadeguati e che i mezzi in possesso dei NTP (nuclei traduzioni e piantonamenti, ndr) siano vetusti ed insicuri”.

Antonio De Angelis

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