La celebrazione del Bicentenario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, che si è tenuta nella mattinata odierna a Roma, alle Terme di Caracalla, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stata accompagnata da una forte protesta messa in atto dalle otto sigle sindacali Sappe, Osapp, Uilpa, Sinappe, Fns-Cisl, Uspp, Cnpp e Fp-Cgil, che si sono mobilitate in piazza Montecitorio per dare voce alle richieste dei baschi blu.
La protesta
La situazione nei penitenziari italiani è drammatica.
“Non solo aggressioni e colluttazioni” chiarisce la Fns-Cisl, perché “dall’inizio dell’anno sono stati quasi 40 i suicidi in cella e numerosi sono anche gli atti di autolesionismo e i tentati suicidi”. E poi l’affondo del sindacato alla politica, considerata “assente, sorda ai nostri costanti richiami e appelli” e all’Amministrazione Penitenziaria, “silente e incapace di gestire e risolvere le continue criticità”.
Il presidente della Repubblica
Nell’esercizio dell’attività di vigilanza, spetta alla Polizia Penitenziaria il difficile compito di far fronte alle situazioni di sofferenza e di disagio proprie della realtà carceraria, compito assolto, grazie all’abnegazione e alla non comune professionalità degli appartenenti al Corpo, pur a fronte delle innegabili criticità del sistema carcerario”.
Il sistema, però, al netto degli apprezzamenti della prima carica dello Stato, è in pericolosa sofferenza e sopporta a stento un disagio crescente e con criticità sempre più evidenti.
Dap plaude al ministro Orlando
Consolo ha poi sottolineato come “l’attenzione e la sensibilità” del ministro Andrea Orlando abbiano “consentito finalmente di giungere al riordino e al riallineamento del personale del Corpo ai corrispondenti ruoli della Polizia di Stato e permesso di ottenere l’autorizzazione ad assumere nuovi agenti”.
Per il capo del Dap, inoltre, “una risposta concreta a molte esigenze potrà essere data da mirati investimenti nei sistemi di videosorveglianza e di automazione, tali da permettere il migliore e più sicuro servizio del personale negli istituti”.
Dal canto suo, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ricordato che “è sempre più importante l’impegno nella formazione e nel reperimento di risorse umane e materiali adeguate ai delicati compiti affidati ai poliziotti penitenziari”.
Negli ultimi anni, ha proseguito il Guardasigilli, “sono stati fatti molti sforzi per cambiare il sistema complessivo della esecuzione penale e per migliorare la vivibilità del carcere e le condizioni di lavoro del personale” e interventi normativi, accanto a una profonda innovazione amministrativa, “stanno dando un nuovo assetto che dovrà essere completato con l’attuazione della delega in materia di riforma dell’ordinamento penitenziario”.
Ma, evidentemente, a giudicare dal grido di protesta lanciato oggi all’unisono dai sindacati, c’è ancora molto da fare per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria.
Mannone, Fns-Cisl
“I turni massacranti del personale, l’evasione di detenuti, la necessità di aprire nuovi padiglioni nelle carceri e l’esigenza di migliorare architettonicamente quelli esistenti con la creazione di più spazi a disposizione per tutti avrebbero dovuto indurre il Governo a trovare soluzioni rispondenti alla pesante situazione in cui versano gli istituti di pena” tuona il segretario generale Fns-Cisl Pompeo Mannone, che aggiunge: “Abbiamo invece dovuto verificare che nel piano di assunzioni autorizzate dalla Ministra Madia sono previste solo 305 unità di Polizia Penitenziaria. Un’autentica beffa, una grave sottovalutazione dei problemi del pianeta carcere che diventano sempre più acuti e gli effetti sono devastanti sul personale e sulla sicurezza dei cittadini”.
“Non è accettabile – conclude – che non si garantisca per problemi di organici la vigilanza sulle mura di cinta con il numero di agenti necessari al servizio, che i sistemi di antintrusione e antievasione siano inadeguati e che i mezzi in possesso dei NTP (nuclei traduzioni e piantonamenti, ndr) siano vetusti ed insicuri”.
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