In Italia è guerra aperta al “pezzotto” ed a chi lo usa per guardare partite e film: multe salatissime, ecco come viene scoperto chi lo usa
Quante volte hai sentito dire: “Ma sì, tanto lo fanno tutti”? È una frase che spesso accompagna scelte piccole, quotidiane, che sembrano innocue. Una di queste è usare il pezzotto, quel sistema illegale che permette di guardare partite di calcio in streaming, film e serie TV senza passare dai soliti abbonamenti.
Per anni è stato considerato quasi un “segreto di Pulcinella”, tollerato, condiviso sotto banco, spesso senza reali conseguenze. Ma qualcosa, adesso, è cambiato. E in modo piuttosto deciso.
Tra marzo e aprile 2025, oltre 2mila utenti in tutta Italia sono stati identificati e multati per aver utilizzato il pezzotto. È la Guardia di Finanza a comunicarlo, durante una conferenza stampa sui primi risultati della cosiddetta legge anti-pezzotto. Si tratta di una normativa nuova, più incisiva, che non si limita più a oscurare i contenuti illegali, ma entra direttamente nelle case di chi li guarda.
Come? Con un sistema che incrocia dati in modo sorprendentemente veloce: bastano due minuti per collegare un indirizzo IP a un’utenza, o una carta di credito a un pagamento sospetto. Il risultato? Una sanzione che può andare da 154 fino a 5mila euro, oltre all’inserimento in un elenco di utenti segnalati. Altro che “tanto lo fanno tutti”.
Il cuore del sistema si chiama Piracy Shield, ed è il nuovo strumento operativo che permette di bloccare in tempo reale lo streaming illegale, anche se proviene dall’estero. “Non è più solo una questione di oscurare il sito” – ha spiegato il Generale Cutarelli – “ora si interviene prima che l’evento venga trasmesso all’utente”.
Insomma, se pensavi che bastasse un link Telegram o un’app nascosta nel box TV per farla franca, la musica è cambiata. Anche perché, come ha ricordato l’AD della Lega Serie A, Luigi De Siervo: “Chi guarda contenuti pirata oggi lascia una traccia, sempre”.
Il sistema è pensato proprio per colpire gli utenti, non solo chi trasmette. Il primo avviso è come un cartellino giallo. Al secondo, arriva il rosso – e il conto da pagare diventa salato.
Ma la questione non è solo legale o economica. C’è un tema più profondo che spesso sfugge: ogni volta che utilizzi un sistema pirata, togli qualcosa all’intero ecosistema culturale. Non è solo la Serie A che perde, o le grandi piattaforme. Sono anche i tecnici, i creativi, i lavoratori dello spettacolo, i piccoli autori.
E poi, in un’epoca in cui siamo costantemente monitorati, davvero vale la pena rischiare tanto per non pagare un abbonamento da 20 euro? La domanda è retorica, ma il punto è proprio questo: il “costo invisibile” del pezzotto non è solo una multa. È anche un’illusione di libertà che, alla fine, ci rende più vulnerabili.
La legge è cambiata. Le tecnologie anche. Ma la domanda vera resta sempre la stessa: quanto sei disposto a rischiare per vedere una partita? E soprattutto: ne vale davvero la pena?
Con l’arrivo della stagione fredda, la scelta degli pneumatici torna tra le priorità degli automobilisti:…
Il 20 novembre 2025, all’Aurum di Pescara, si terrà una delle iniziative più attese in…
L’arrivo dell’inverno modifica in modo sensibile il comportamento dell’asfalto cittadino, soprattutto in territori come Pomezia,…
In un mercato dove la fiducia vale più dei margini, Luca Fontanelli, fondatore di QUEST,…
Il Black Friday è il momento ideale per aggiornare la propria tecnologia. Quest'anno HONOR riesce…
Il calcio, si sa, non è solo uno sport: è un fenomeno culturale capace di…