Petr Akulov, nasce a Mosca nel 2006 e già all’età di 4 anni inizia a suonare il pianoforte mettendo già in luce il suo straordinario talento. Da lì in avanti infatti per Petr, studente della Scuola di Musica di Mosca di Gnesin, è un susseguirsi di esibizioni anche da solista sia in Russia che all’ estero.
IL GRAN SALONE DELLA CASA RUSSA
La location, all’ interno della quale si svolge stasera il recital di Petr Akulov, è di quelli prestigiosi: trattasi infatti del ‘Centro Russo di Scienza e Cultura’, conosciuto semplicemente come ‘Casa Russa’ di Roma, il cui scopo fondativo è quello di promuovere la scienza, la cultura e la lingua russa. L’ ingresso nel Gran Salone toglie il fiato per la straordinaria bellezza: trattasi di una grande sala suddivisa, attraverso un arco, in due stanze aperte nei cui soffitti fanno bella mostra diversi dipinti incastonati tra di loro, tre grandi lampadari a forma di ninfe, sulle pareti trovano posto quattro maestosi specchi collocati l’ uno di fronte all’ altro e vicino alla porta d’ingresso è posizionato, accanto alle bandiere italiana e russa, un imponente pianoforte a coda.
L’ ESIBIZIONE DI PETR AKULOV
Petr Akulov, dopo una breve presentazione, viene annunciato e solca l’ ingresso del Salone quando già è sera inoltrata. La platea è sold out ed è composta da un mix di italiani e di nazionalità russa. Petr, caschetto biondo, faccione da bravo ragazzo, occhialetti neri, entra, si posiziona al centro, china il capo in segno di saluto, si siede davanti al pianoforte e poggia le manone sulla tastiera. Inizia il concerto. Il programma prevede brani di Aleksandr Scriabin, Petr Cajkovskij e Sergej Rachmaninov. L’ atmosfera che fin da subito si crea all’ interno della sala è di quelle suggestive: il suono soave, delicato, armonioso, del pianoforte cattura i presenti fino a creare un momento davvero magico. Chiudendo per un attimo gli occhi, sembra di andare indietro nel tempo, ai gran balli di fine ottocento dell’ aristocrazia francese con dame e cavalieri che, facendosi trascinare dalle meravigliose musiche di Chopin, Beethoven o Mozart, volteggiavano su se stessi, sincronizzando alla perfezione i tempi e i passi, un po’ come succede spesso anche nelle favole. L’ esibizione di Petr Akulov è magistrale: lo vediamo spesso staccare lo sguardo dalla tastiera continuando a muovere le dita a memoria, senza guardare. La performance di Petr è da applausi. Quelli, corposi, che riceve alla fine e dopo i ben quattro bis che è ‘costretto’ a concedere al pubblico che li richiede battendo a ritmo le mani. Bravo Petr, talento vero!
In collaborazione con Maurizio Francesco Cannavò
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