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Attualità

Ostia, in fondo al mare plastica e rumenta: volontari di Ecoitaliasolidale al lavoro nella giornata internazionale del mar mediterraneo

Oggi 8 luglio il Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale  come tutti gli anni ha celebrato la giornata internazionale del mar Mediterraneo, un’occasione per aumentare la consapevolezza sullo stato di salute del Mare Nostrum e le varie fonti di inquinamento che lo minacciano.

Nella costa laziale una delegazione di Ecoitaliaslidale composta dal Presidente Nazionale Piergiorgio Benvenuti e dalla Responsabile per il Lazio la campionessa del mondo di marcia Giuliana Salce,  accompagnati dalla Consigliera di Pomezia, Elisa Arzente sono partiti  dal Porto Turistico di Ostia a bordo di una imbarcazione  del Diving Blu Marlin di Sabrina Macchioni insieme ad  un gruppo di sub   per  fare una rilevazione sulla presenza di oggetti e frammenti di plastica in quel segmento  di mare.

Abbiamo raccolto molta plastica, una cassetta di polistirolo, bottiglie, giochi sempre in plastica, tappi, mentre abbiamo trovato incontaminata l’ Area Marina Protetta di Tor Paterno dove i sub hanno rimosso solamente una piccola bottiglia di vetro che da tempo giaceva sul fondo.

 Difendere il Mar Mediterraneo, significa garantire la vita ad  oltre 12 Mila specie marine che sono presenti e che rappresentano tra il 4 ed 12% della biodiversità marina mondiale. Ed   è bene menzionare come   il 70% della copertura  globale del Pianeta è costituito proprio dal mare, che rappresenta il grande regolatore del clima terrestre”.

Come ricorda il Prof. Luigi Campanella, scienziato di fama internazionale e già Presidente della Società Chimica Italiana e già Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università La Sapienza di  Roma  “Terra e acqua sono pari purtroppo in una gara assai poco virtuosa che riguarda la plastica smaltita: 22 miliardi di kg in terra ,altrettanti in mare, un valore che potrebbe moltiplicarsi fino a 500 volte nel 2050 se non si interviene con nuove norme delle quali si parla da tempo. A quel punto in mare ci saranno più plastiche che pesci”.

“Il contributo della produzione di plastica all’effetto serra è calcolato nel 3,7% -ricorda il Prof. Campanella- un valore che secondo diverse proiezioni potrebbe divenire del 4,5% al 2050”. 

“Non c’è tempo da perdere –hanno concluso gli esponenti ecologisti –  dobbiamo difendere la terra che ci consente di  vivere ed il mare che ci fa respirare”.

redazione

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