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ORDINARIA AMMINISTRAZIONE? NO, TUTTO GRASSO CHE COLA!LECCE – JUVENTUS 0 a 1

Le pagelle del tifoso bianconero Marco Edoardo Sanfelici

SZCZESNY 6 Inoperoso per tutta la partita, tranne che per un tiro centrale che lo costringe, si fa per dire, alla presa bassa. Stavolta cattura per sé la benevolenza della dea con cornucopia al seguito e osserva il pallone scagliato da Hjulmand incocciare nel secondo palo. Anche i legni fanno curriculum.

CUADRADO 5,5 L’impegno non manca, la voglia anche. E’ la velocità di esecuzione che si è perduta tra i risvolti dell’anagrafe. Non bevono le sue finte nemmeno più i moscerini del Salento. Eppure sprazzi della sua grandezza ogni tanto affiorano, come il cross che meriterebbe un’altra testa e non quella di Kean. Troppo poco per emergere. Ammonizione subita che grida vendetta.

GATTI 6,5 Utilizzato al posto di Bonucci, finisce per far ricordare Chiellini. Efficace al massimo nella fase difensiva, trova il tempo di spingere e di sostenere la manovra. Stantuffo tra trequarti amica e trequarti nemica, con una mole di colpi di testa impressionante.

DANILO 7 Un uomo per tutte le partite, per tutte le situazioni, per predicare calma ai compagni dal campo ed in accento del Minas Gerais. Dirige il reparto arretrato come altri senatori si sognano, si trasforma in ultimo baluardo un paio di volte su 2 ripartenze pericolose del Lecce. In squadra, almeno un punto fermo esiste. Che il Cielo ce lo conservi…

ALEX SANDRO 6,5 In versione “grande spolvero”. Allegri lo avanza di 10/15 metri per opporre agli avversari una difesa alta e pronta a scattare in avanti. Sandro esegue alla lettera, anzi si prende qualche licenza di inserimento per nulla malvagio. Sfreccia in una chiusura di triangolazione alla fine della prima frazione di gioco che meriterebbe migliore sortita. C’è anche lui, forse si saranno parlati in portoghese stretto, lui e Danilo…

McKENNIE 5,5 Se bastasse giocare in mezzo al campo per improvvisarsi “costruttore”… Invece Weston continua a produrre la legna di cui è esperto e non va oltre un’onesta distruzione del gioco giallorosso. Ma l’azione resta monca e la squadra soffre. (FAGIOLI 7,5 Mossa azzeccata del mister e seconda frazione a senso unico. Siccome poi si fatica a rendersi pericolosi, si mette in proprio ed ammolla un tiro alla Alex prima maniera – Dortmund ad esempio – che vale 3 punti pesantissimi. Nel gioco Nicolò ha personalità e controlla agevolmente la palla in mezzo al traffico e non c’è da stupirsi, se il ragazzo ha il coraggio di tentare l’azzardo alla slot machine e mettere le mani a scodella per raccogliere le monetine che precipitano giù)

MIRETTI 5,5 Ha il compito gravoso di sostenere l’unica punta, ma finisce per interpretare una gara avulsa e avvitata. Ha nel suo score un tiro da fuori area, comunicato a Falcone via whatsapp e un’azione in area a tu per tu col portiere, risolta con la solita “palla del codardo” a cercare un compagno. Mentre esce l’accoglienza di Allegri non mi pare dai toni amichevoli (KEAN 6 Mette del suo nella salita della squadra al limite dell’area salentina in seduta stabile. Ha l’occasione della serata, su cross “al bacio” di Cuadrado, ma l’esecuzione fa perplimere. Molto più meritevole nei contrasti con i difensori, nel controllo della palla e nello smistamento di essa in appoggio. Cerca di far passare il tempo intelligentemente stazionando nei pressi della bandierina del corner. Che incominci ad imparare a leggere le situazioni di gioco? “Non ci posso credere”)

RABIOT 6 Gioca a 2 in coppia con McKennie e non sembra tanto felice dell’esperienza. E’ evidente che di tutti gli addetti al centrocampo sia quello più in sofferenza, ma ha il merito di non uscire dalla lotta, anzi è proprio Adrien che di testa ha l’occasione per spostare lo score. Con Fagioli in campo il suo gioco diventa più fluido e misurato.

KOSTIC 6 Nulla di eccezionale, ma la continua e costante presenza sulla fascia sinistra di attacco, come sentinella investita dal compito di dare concretezza ogni volta che il gioco passa dalle sue parti, lo premia alla fine, anche se l’efficacia non è quella di altre volte. A me sembra stanco ed anche un po’ frastornato (ILING JR 6 Per la seconda gara di fila si permette di confezionare l’assist per il goal di un compagno. Se a Lisbona la rete di McKennie ha ridotto l’onta, a Lecce innescare Fagioli rappresenta la manna che scende dal Cielo. Poi, come purtroppo capita spesso con la complicità dell’arbitro di turno, lo travolge la foga colpevole di Di Francesco, figlio di cotanto padre, e finisce la partita ai margini, zoppicando come Long John Silver nell’Isola del tesoro. C’è ancora un cambio, ma gli esterni sono finiti e il mister non se la sente di sostituirlo a 3 minuti dal termine, col rischio di sconvolgere gli equilibri e forse ha ragione)

SOULE’ 5,5 L’allegrata della sera. Perchè il gaucho non ha quasi l’idea della trequarti da calpestare, figuriamoci il sostegno alla punta… Fatto sta che il ragazzo corre e gioca come meglio può in una veste che non è la sua e finisce preda dei crampi determinati da un sovra lavoro colossale. Sovente fa a botte con la lucidità (BONUCCI S.V. Anche se la tentazione per il solito “piedino fatato” che evita il pallone sul palo del Lecce, per appioppargli l’insufficienza, c’è eccome. Come se non avessi visto e quindi non esprimo voti)

MILIK 5,5 Unico tiro verso il 60° parato basso da Falcone. Per il resto dei minuti la battaglia è quella per prendere posizione, farsi vedere dai compagni, lottare in area sui calci d’angolo. Nella Juve attuale, in atacco “quanto sa di sal/lo pane altrui”, dato che Dante era juventino e perciò cacciato da Firenze. Con Kean al fianco la pressione dei difensori si allenta, ma il risultato complessivo non si scosta di molto.

ALLEGRI 6 Azzecca il cambio McKennie – Fagioli. Ha il grande merito di passare nel partito dei giovani rampanti e di contare su di loro in misura equilibrata. Si presenta a Lecce con una squadra in infermeria, cerca di giocare con i rimasugli e viene premiato. Non era certo facile azzerare la delusione di Lisbona e calarsi nella realtà del campionato. La vittoria è di capitale importanza, al di là del valore dell’avversario, perché ottenuta con la volontà e sotto pressione. La Juventus, pur palesando le solite lacune difficili da superare, dimostra di essere ancora in grado, se chiamata a sostenere la parte, di riuscire a fare la partita e di insistere fino all’ultimo. I cambi del mister aiutano e gli va riconosciuto. Ora si spera che qualche titolare recuperi per martedì contro il P.S.G. e soprattutto per domenica prossima con l’arrivo dell’Inter. Sempre più convinto che l’Europa League sia una grande rottura di scatole. Marco Edoardo SANFELICI

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