(Adnkronos) –
Il dissidente russo Alexei Navalny ”è morto per un coagulo di sangue”, quindi ”si tratta di una morte naturale”. Lo ha sostenuto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, dicendo che ”è più o meno confermata” la tesi iniziale fornita dalle autorità russe sulla morte in carcere del critico numero di Vladimir Putin. “Potrei deludervi, ma quello che sappiamo è che è morto davvero per un coagulo di sangue”, ha detto citato dall’emittente ucraina Hromadske. Le parole di Budanov aggiungono un’altra versione e un’altra ipotesi alla vicenda finora caratterizzata dalle informazioni arrivate fa fonti russe, ufficiali e non. Le autorità carcerarie hanno fatto riferimento ad un’embolia e poi ad una trombosi, quindi una tesi compatibile con la presenza di un coagulo di sangue, prima di far trapelare l’ipotesi legata alla sindrome da morte improvvisa. La moglie di Navalny ha fatto riferimento ad un avvelenamento attraverso il Novichok, un letale agente nervino. Secondo altre ricostruzioni, che hanno trovato spazio sui media internazionali, il dissidente sarebbe stato ucciso con un pugno all’altezza del cuore, un colpo fatale dopo la prolungata esposizione alle temperature bassissime della colonia penale siberiana. La madre di Navalny, intanto, solo nelle ultime ore ha ottenuto la restituzione del cadavere, rimasto nelle mani delle autorità russe per circa 10 giorni dopo il decesso. Non è chiaro se sarà possibile celebrare funerali con un rito ordinario. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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