Partiti con grandi sogni e obiettivi importanti Roma e Lazio stanno faticando a trovare la formula giusta per aggredire il campionato. Alla guida delle due panchine sono rimasti i due tecnici che hanno guidato le due formazioni capitoline nelle ultime due stagioni a partire dal 2021. Annata, quella passata, a due volti per la Roma calcistica, con i tifosi biancazzurri che hanno potuto esultare per un ottimo secondo posto dietro i campioni del Napoli mentre per i supporter della Roma la conclusione della stagione è stata a dir poco deludente a causa della sconfitta contro il Siviglia in finale di Europa League che non solo ha lasciato l’amaro in bocca al mondo giallorosso ma ha sottratto forze alla corsa in campionato conquistando solo un sesto posto in classifica di Serie A. Quest’anno il panorama delle quote sul calcio dalle quote relative al risultato esatto alla vincente della Serie A conferma che per Roma e Lazio ci sono poche chance di successo a causa dello splendido stato di forma di Inter e Juventus e, per contro, per la fatica che Roma e Lazio stanno facendo nel trovare la propria strada e la propria dimensione. Proprio per questo come si posizionano in campo le squadre allenate da Josè Mourinho e Maurizio Sarri? Quali sono le mosse tattiche dei due allenatori che hanno tanto incantato l’anno scorso quanto stanno deludendo quest’anno?
Mourinho
Il sesto posto in campionato e la sconfitta in finale di Europa League contro il Siviglia sono comunque due risultati soddisfacenti. In fondo Mou in due anni a Roma ha raggiunto due finali europee vincendone una e qualificando la sua squadra alla competizione successiva. Intervenendo sul mercato estivo, poi, la Roma sembrava aver trovato una rosa valida, competitiva e forte. Almeno sulla carta, con in squadra Lukaku, Paredes, Renato Sanches e Evan Ndicka. Quello che sta mancando quest’anno, considerando i 25 gol fatti e 15 subiti nelle prime tredici giornate, è proprio la solidità difensiva, caratteristica principale delle tattiche di Mourinho. Nella sua idea di gioco, infatti, partendo dal 3-5-2 Mancini, Smalling (o Llorente) e Ndicka dovrebbero essere i perni dell’idea tattica di Mou. Questo perché in teoria a centrocampo, sugli esterni Spinazzola (o Zalewski) da una parte e Karsdorp (o Kristensen) dall’altra, con in mezzo i vari Aouar, Paredes, Cristante, Pellegrini e Renato Sanches, dovrebbero garantire copertura e corsa all’indietro in fase difensiva, così da schierare una difesa a 5 con ulteriori tre mediani, e garantire profondità sulle fasce per creare superiorità numerica in attacco e affidarsi al contropiede. Una tattica per la quale serve tanta corsa e forma fisica. Cosa che in questa prima parte di campionato sta mancando totalmente alla Roma e sta mettendo in crisi tutte le certezze dello Special One.
Sarri
La cessione in estate del “sergente” Milinkovic-Savic è stata un duro colpo per i tifosi della Lazio ma ancor più per Sarri che ha dovuto rinunciare al suo giocatore più forte e colui che muoveva realmente il gioco di tutta la squadra. E le difficoltà di questo inizio di stagione, con soli 17 punti in tredici partite e, soprattutto, solo 14 gol fatti mostrano una situazione davvero deludente, mancando l’appuntamento in partite che dovrebbero essere assolutamente alla portata dei biancocelesti, come dimostra ad esempio la sconfitta in campionato contro la Salernitana. La base di partenza delle tattiche di Sarri è il 4-3-3, uno schema che nei piani dell’allenatore toscano prevede tanti movimenti senza palla, rapidità negli scambi con un perno di centrocampo che dovrebbe smistare la palla al momento giusto. E di base con un attacco che dovrebbe garantire una continua interazione tra gli interpreti in continui scambi e movimenti nello spazio, con uno sviluppo sulle fasce sfruttando le triangolazioni. Tutto questo sta però mancando. Il problema è che Kamada non sta sostituendo il lavoro che faceva Milinkovic-Savic e paradossalmente Luis Alberto sta faticando tremendamente, così come Pedro e Zaccagni, a trovare spazio e idee sugli esterni. È lì che latita il gioco di Sarri, mancando le triangolazioni, gli inserimenti e il gioco in velocità rendendosi così prevedibili e facilmente marcabili dagli avversari. Per Sarri dunque sarà una nuova sfida, quella di trovare soluzione ai problemi in casa di una manovra spenta e inspiegabilmente crollata dopo la favolosa annata della scorsa stagione.
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