Dopo “Comunicare lo Sport” del 2016, nell’Auditorium delle Federazioni, a Roma, il Comitato Nazionale Italiano Fair Play ( CNIFP) ha replicato con ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) e Ordine dei Giornalisti sul tema etico della comunicazione, affrontando la delicata materia dei rischi da amianto, anche per l’impiantistica sportiva e coloro che ne fruiscono. in tre ore di approfondito dibattito con i relatori Ezio Bonanni, Ruggero Alcanterini, Nicola Forte, Simona Mazza, l’intervento di Michele Maffei per la Ass. Benemerite CONI , Donatella Gimigliano moderatrice e sessantacinque giornalisti provenienti da tutto il Paese, si è confermato che è più importante prevenire, che reprimere. Adesso, con un bilancio di migliaia di decessi e una vera e propria pandemia da mesotelioma , oltre ad altre patologie, occorre bonificare – senza se e senza ma – scuole, ospedali, abitazioni, caserme, tribunali, stazioni , impianti sportivi… Ma i governanti, in nome dei cittadini e in rappresentanza dello Stato, avranno il coraggio di governare in ragione delle priorità che riguardano la salute e la qualità della vita? La carenza di risorse non giustifica elusioni e inerzia, ingiustizia nei confronti di chi è stato vittima di pelose negligenze da parte delle istituzioni negli ultimi settanta anni. L’Italia è stata la seconda produttrice e fruitrice di amianto nelle costruzioni, oltre che in innumerevoli altre applicazioni della mitica “lana della salamandra”, la letale fibra che ha la perversa capacità di insinuarsi nel nostro organismo attraverso le vie respiratorie o per ingestione (acqua dagli acquedotti e dai cassoni in eternit). Ora ci rimane il ciclopico compito di chiudere la partita con la morte prima possibile, a fronte del deterioramento progressivo di oltre un milione di siti compromessi da materiali di costruzione messi in opera sino al 1992, quando finalmente la Legge 257 li ha messi al bando. Per quanto riguarda lo sport, il CONI, come per altri problemi della società civile, ha l’opportunità di sollecitare ‘opinione pubblica ed il Governo ad occuparsene. In tal senso, l’Istituto per il Credito Sportivo ha già iniziato una attività di supporto finanziario. Infine, di concerto con il Ministero della Salute, la medicina sportiva dovrà pur farsi carico della questione amianto, indagando, com’è avvenuto per il mondo della scuola , sulle patologie compatibili riscontrate tra gli operatori ed i fruitori degli impianti sportivi.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale