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Attualità

“L’Oasi”: La prima pasticceria artigianale di Tor San Lorenzo compie 50 anni di attività (FOTO)

Ardea,  è l’estate del 1973, il comune è nato da poco, ne è sindaco Alessio Iadonna.  I Camaleonti sono in vetta alla hit parade e Peppino Di Capri ha vinto il festival di Sanremo. L’Italia è in subbuglio, il mondo è agitato. Nelle strade di Napoli si accumulano i rifiuti e scoppia il colera. Si balla il Tuca Tuca  con i pantaloni a zampa di elefante ed il comune senso del pudore è sconvolto dall’esibizione dell’ombelico della Carrà.
Al cinema danno Serpico, la Rai ha due canali e la sera i bambini vanno a letto dopo Carosello. L’inflazione è sopra al 10%, lo stipendio medio è di 130.000 lire al mese, un caffè costa 100 lire. Tor San Lorenzo è semi-rurale, circa duemila persone, emigrate da tutte le regioni d’Italia, vi trascorrono una vita abbastanza tranquilla. D’estate arrivano “i signori” che si possono permettere lunghe vacanze e che comprano frutta, ortaggi, uova, piccioni e pollame dai contadini. Come negozi c’è Magliacca con la tabaccheria e la trattoria, il Cral dei Pellei dove i soci mangiano e ballano, c’è Adelmo il falegname, dove ogni tanto di sera si scansano gli attrezzi e si balla, poi c’è Scaglione il barbiere, Palumbo il dottore, Angela la parrucchiera e pochi altri, ma il paese è in crescita, ha un futuro, c’è speranza e tutti lavorano sodo.
L’imponente parroco don Arcangelo guida i fedeli dal pulpito della chiesetta nuova, con le pareti foderate di plastica, come le sedie che si piegano e diventano inginocchiatoi. Intorno alla chiesa si costruiscono le prime palazzine. In uno di questi cantieri si presenta un giovane pasticcere, per prendere in affitto tutto il piano negozi.
«Ma sto’ ragazzetto ce la farà a pagare l’affitto vendendo i cornetti?» pensano Gino ed Elisa Matricardi, che per costruire quella palazzina si sono caricati un mutuo salatissimo per le cui rate quell’affitto è fondamentale, ma alla fine decidono di rischiare e di dare fiducia al “ragazzetto”. E non se ne sono mai pentiti…
È così che il 10 agosto 1973 Diego Grammatica apre la prima pasticceria artigianale di Tor San Lorenzo, affiancato in laboratorio dall’impagabile Alfredo, da Pierino e da sor Mario, il mastro cornettaio che ha fatto i cornetti per i figli del Duce e ne va fiero.
È un grande successo e per quei cornetti si fa subito la fila.
Poco dopo arriva la crisi petrolifera, il costo della benzina va alle stelle, il governo impone l’austerity: traffico bloccato, tv e luci spente dopo le 23. Per la pasticceria è un momento molto difficile, perché sono “i signori di Roma” a farla lavorare, ma poi passa, come passano le mille difficoltà successive.
L’attività si espande e viene aggiunto il bar.
In cassa c’è Aurora, la moglie di Diego, un’ardiese doc, sempre pronta a barattare una busta di genuini fichi dell’orto con un bel gelatone, di quelli da 500 lire e dal sapore indimenticabile. Passano gli anni, il bar pasticceria diventa un punto di riferimento, un’attività storica di Tor San Lorenzo. I figli Deris e Debora prendono le redini dell’azienda, in laboratorio c’è sempre Alfredo, e Diego, nonostante il parere contrario del medico, non smette mai di supervisionare tutto e di realizzare personalmente qualche golosità speciale. Il 10 agosto 2013 Diego riesce a festeggiare i 40 anni di attività della sua storica pasticceria insieme ad entrambi i figli. Poi ci lascia, per andare a preparare i cornetti in cielo, raggiunto troppo presto dalla figlia Debora.
Le redini passano a Deris e Luisa, con le figlie Martina e Alessia.
Il Bar Pasticceria L’Oasi affronta la crisi del Covid, la disgregazione sociale che ha portato l’isolamento e la crisi economica. Resiste laddove in tanti non ce la fanno. Non getta la spugna e continua con orgoglio ad attraversare la storia di Tor San Lorenzo, rappresentandone l’animo più resistente e “addolcendo” con le sue golosità i momenti amari della vita.
Il 10 agosto 2023 per la grande festa del mezzo secolo di attività, vedrete sicuramente anche nonna Aurora, che non è più in cassa ma dedita a cullare il pronipotino, da pochi mesi giunto ad allietare gli animi, e che porta il nome del compianto Diego.
Auguri a questa storica attività!
Silvia Matricardi
redazione

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