Lo strano comportamento delle ONG. Ancora una volta l’Unione Europea dimostra di essere ben poco attenta agli interessi nazionali italiani. Un caso emblematico è quello delle Organizzazioni Non Governative (ONG), le quali dispongono di navi che battono svariate bandiere, per lo più di nazioni dell’Europa del Nord.
Tali navi pattugliano il tratto di mare che ci separa dall’Africa, e si spingono a ridosso delle coste libiche per raccogliere i migranti che fuggono dai loro Paesi per approdare sul continente europeo. Sono continuamente alla ricerca di “porti sicuri” per sbarcare il loro carico umano.
Si dà tuttavia il caso che tali porti sicuri siano sempre, nell’ottica delle stesse ONG, quelli nostri, e che la promessa redistribuzione dei migranti in tutti i Paesi della UE poi non avvenga. In altre parole, ce li dobbiamo tenere a dispetto degli accordi e delle promesse.
Clamoroso l’ultimo incidente con la Francia. Il presidente Macron ha infine accettato di accogliere una nave in un porto francese, non senza accusare l’Italia di violare i trattati e di non rispettare i dettami del diritto internazionale.
Atteggiamento davvero curioso. Per quale motivo un vascello che batte bandiera francese, tedesca, norvegese etc. dovrebbe approdare in Italia piuttosto che nella nazione di cui ostenta il vessillo? Forse perché il nostro è considerato un Paese debole, facilmente ricattabile e sempre prono ai voleri di Bruxelles.
Il governo Meloni sta cercando, con enorme fatica, di cambiare la situazione, pretendendo che le navi delle ONG sbarchino i migranti nelle nazioni di cui battono la bandiera. Eppure tutto questo è giudicato anomalo (o addirittura immorale) da parte delle autorità comunitarie e degli altri governi coinvolti (come per l’appunto quello francese).
In realtà anomalia e immoralità sono altrove, come si è ben visto negli ultimi giorni. C’è qualcosa di perverso nell’attività delle ONG. Per gli equipaggi delle loro navi – inutile nasconderlo – questo è un vero e proprio lavoro, la cui esistenza viene minacciata se le autorità italiane negano lo sbarco.
E per loro non è facile trovare alternative, dal momento che tedeschi, francesi, norvegesi etc. negano il permesso di sbarco senza porsi troppi scrupoli morali. Scrupoli che invece noi dovremmo avere, e non si capisce il motivo.
Anche Malta è sottoposta a pressioni simili, con l’aggravante che il suo minuscolo territorio non è in grado di accogliere masse di migranti. Dal canto loro, gli spagnoli respingono senza remore alzando pure barriere a Ceuta e Melilla.
Il nostro attuale governo, nel suo programma, parlava della possibilità di un “blocco navale” attorno alle coste italiane. Vista la situazione, tuttavia, e considerato l’atteggiamento della UE, c’è da dubitare che tale progetto possa davvero essere realizzato.
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