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Editoriale

Limiti agli studenti stranieri nel Regno Unito

Limiti agli studenti stranieri nel Regno Unito. Gli effetti della Brexit continuano a farsi sentire. Come tutti sanno, gli atenei inglesi sono stati per molto tempo la Mecca degli studenti stranieri. I motivi erano essenzialmente due. In primo luogo imparare in loco l’inglese, che resta la vera “lingua franca” a livello internazionale. E, in secondo luogo, frequentare università celebri per la loro eccellenza.

Ora il governo conservatore di Rishi Sunak ha deciso una forte stretta sulle iscrizioni degli stranieri, che hanno continuato ad aumentare negli ultimi anni, provocando un vero e proprio flusso migratorio. Il governo di Sua Maestà ritiene che tale flusso sia eccessivo e sta quindi rivedendo i criteri di ammissione.

Soltanto gli atenei migliori potranno accogliere gli studenti provenienti da altre nazioni – incluse quelle europee – mentre non potranno più farlo le università meno prestigiose. Forti limiti anche all’afflusso dei parenti che spesso seguono i giovani. Si noti che tra il 2021 e il 2022 sono entrate in Gran Bretagna più di 500mila persone, numero che il governo Sunak giudica eccessivo.

Ci sarà quindi un tetto massimo da rispettare, anche se si terrà conto di casi particolari, come per esempio i profughi da Hong Kong. C’è tuttavia un grosso problema. Le tasse universitarie nel Regno Unito sono molto alte (incomparabili a quelle italiane). Gli studenti stranieri contribuivano quindi in modo sostanzioso ai bilanci degli atenei britannici e, con la nuova politica, questa fonte di entrate verrà meno.

Lo hanno subito notato i rettori inglesi, che vedranno dimagrire parecchio i loro bilanci. Molte università rischiano quindi la bancarotta, e per questo le autorità accademiche hanno chiesto un ripensamento al governo. Sopravviverebbero, infatti, solo atenei prestigiosi come Oxford, Cambridge e alcuni di Londra, mentre gli altri andrebbero incontro al declino.

L’allarme nel mondo universitario britannico è molto alto, con rettori e docenti che ai appellano al Parlamento per indurre Sunak a mitigare la portata dell’operazione. Molti atenei in Scozia, Galles e nell’Inghilterra settentrionale temono di dover chiudere se i limiti fissati dal governo dovessero davvero essere approvati anche sul piano politico.

Un portavoce di Downing Street ha subito chiarito che il governo tiene moltissimo alla salute dei suoi atenei, il che significa che verrà aperta una trattativa. Pare però che Sunak non sia disposto a fare grandi concessioni, e i timori restano. Certo il Regno Unito non è più quello di un tempo, e la scomparsa di Elisabetta II è solo uno dei segnali di trasformazione del Paese.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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