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Attualità

L’esame di maturità

C’è chi pensa che la maturità faccia da spartiacque all’età delle svolte e c’è chi la reputi un semplice accettare le cose che non possiamo cambiare. C’è chi la considera un sospiro trattenuto troppo a lungo e chi un viaggio attraverso il quale si è imparato a guidare attraverso le nostre metamorfosi.

Su quante metamorfosi abbia avuto il Torino di Urbano Cairo non basterebbe un libro pesante come un mattone. Risultati sportivi altalenanti, mai certi di un risultato che confermi o stabilizzi una dimensione. Si passa dall’incazzatura all’estasi al primo, breve, giro di boa.
Si fa quasi indigestione di vento, noi che siamo su questa benedetta altalena da tanti anni, guariamo persino dal soffrire di vertigini. Questo perenne oscillare tra insicurezza su cosa sia veramente questo Toro e ritrovato entusiasmo ogni qual volta si arrivi ai tre punti, ti porta alla matematica certezza che non ci si possa rilassare mai. E quando ti tieni ben saldo a questa altalena con i piedi in cielo e spingi per stare più in alto, implori di aspettare qualche attimo ancora prima di tornare giù con i piedi ben saldi a terra.

La vittoria meritata è persino schiacciante contro gli attuali Campioni d’Italia ha ricreato un pò la metafora dell’altalena nel tifo granata, ora ritrovatosi nuovamente a sperare che l’ennesimo l’esame di maturità (ora chiamato Genoa) possa dare certezze e stabilità ad una dimensione che certa e stabile non è mai stata.

Diciamo la verità, nonostante un Napoli senza idee e con qualche assenza di peso, non possiamo non dar merito alla squadra di Juric in atteggiamento e predisposizione al gioco. Toro decisamente padrone del campo durante tutto il primo tempo, maturo e costante nel secondo. E se il risultato finale racchiude nel concreto tutto ciò che di bello il tifoso ha vissuto in quei 95 minuti, dall’altra parte lo ha riportato a pretendere a gran voce il superamento definitivo dell’ostacolo successivo, quello forse ancora più importante e più difficile.

Che si chiami Genoa o Fidelis Andria, sarebbe ora che questo Toro diventi maggiorenne sotto tutti i punti di vista. Sia chiaro però: la speranza è buona come prima colazione, scriveva quel tale..ma è una pessima cena.

Leo Menegazzi

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Leo Menegazzi

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