Potrei iniziare con una frase di circostanza… Il titolo non ha niente a che fare con il clamoroso film di Nagisa Ōshima, “Corrida d’amore”, del 1976, che avrebbe stranito l’immaginario dell’eros, tanto quanto era avvenuto per quello dello sport, tredici anni prima, con i Giochi Olimpici di Tokio, evento principe di cultura occidentale, alieni per il mondo dei samurai, che aveva saltato il turno nel 1940, perso la Seconda Guerra e soprattutto subito insanabili ferite atomiche, inferte a man salva dagli americani ad Hiroshima e Nagasaki, il 6 e il 9 agosto del 1945. Adesso, con la perversa pandemia di COVID 19, esplosa a ridosso dei XXXII Giochi moderni, il destino sembra accanirsi in salsa sadomaso contro il Paese del Sol Levante, il cui primo ministro, Shinzō Abe, il 22 agosto del 2016 a Rio non aveva esitato a dare spettacolo nei panni di Super Mario e ad accompagnare con una carica di formidabile empatia il passaggio nelle sue mani del testimone “pentacerchiato”. Ecco, dunque, che questa situazione paradossale, surreale, ma assolutamente pericolosa, spezza di nuovo il naturale ciclo del rituale olimpico e la super temperata volontà, quella al limite dell’impossibile, che caratterizza il popolo giapponese. Ecco che la trasgressione si manifesta, che da Losanna, dopo aver resistito oltre ogni ragionevole impaccio, il CIO ha per la prima volta nella storia, posticipato di un anno i Giochi, mantenendone numerazione ed anno di rifermento, il super “bisesto” 2020. Precedentemente erano invece saltate tre edizioni , non disputate – per via delle guerre mondiali – nel 1916 – 1940 e 1944. Ecco, che si attiva inesorabile la dinamica o se volete il turbine dei sensi, ovvero quello che conduce, indirizza, suggestiona , crea quel patos che sempre accompagna i grandi appuntamenti dello sport e in particolare quelli olimpici. Sono stati gli stessi atleti, tanti, a chiedere il rinvio, ma quanti di questi saranno poi della partita e nelle stesse condizioni di forma nel 2021? Quanti dei vinti dovranno rimpiangere l’oro o il podio? Quanto valore sapremo ancora dare all’effimero dell’Altis, dopo aver affrontato un avversario così forte da piegarci al suo volere, alla sua cinica perversione, quella che lo porta a spegnere finanche l’alitare dell’anima, a negare il respiro, ovvero proprio quel che è fondamento per le imprese dei semidei su piste e pedane. Finora, la follia, i sentimenti, i sensi fuori controllo degli umani avevano comportato turbamento, pericolo e danno, come capitò a Berlino, Città del Messico, Monaco, Mosca e a Los Angeles nel 1984. Adesso, sembra che il governo degli accadimenti ci sia sfuggito di mano, che la natura si vada riappropriando del ruolo e con onnipotenza “coronata” anche dell’impero, compreso il serraglio con i nostri stravolti sensi.
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