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Editoriale

Le ragioni economiche dell’invasione dell’Ucraina

E’ arduo prendere sul serio le ragioni addotte da Vladimir Putin per giustificare l’invasione dell’Ucraina. Per esempio la presunta “denazificazione”, o l’altrettanto presunto tradimento dello “spirito slavo” ad opera del governo di Kiev.

Invece ben pochi analisti hanno analizzato le motivazioni economiche del conflitto. Si dà il caso, infatti, che l’Ucraina sia un territorio ricchissimo di risorse naturali, energetiche e minerarie, che unitamente alla florida agricoltura lo rendono assai attraente dal punto di vista economico.

Della defunta Unione Sovietica l’Ucraina era non soltanto il granaio, ma anche il cuore industriale e minerario. Si provi ora a indovinare dove si concentra la maggioranza delle suddette risorse:å nel Donbass, che non a caso costituisce il principale obiettivo della conquista russa.

Proviamo allora a dissipare le cortine fumogene innalzate dal Cremlino per giustificare l’invasione. Senza dubbio esistono pure motivazioni culturali, per quanto falsate da una lettura distorta della storia. Ma la ragione primaria è economica.

La prova la troviamo sovrapponendo la mappa delle aree occupate dai russi, finora circa il 17% del territorio dello Stato invaso, a quella delle risorse naturali del Paese. Nel Donbass molto ricco di carbone, sono collocate in gran numero fonderie, acciaierie e centrali elettriche. Nella regione di Dnieper-Donetsk si trovano invece giacimenti di petrolio e di gas naturale, circa l’80% dell’intero patrimonio ucraino.

L’Ucraina è insomma una superpotenza mineraria che, in alcuni settori, supera la stessa Russia. Finora non ha sfruttato appieno le sue risorse. Un think tank canadese ha calcolato che, già ora, l’Ucraina è al quarto posto nel mondo per produzione annua di risorse naturali con 15 miliardi di dollari sempre su base annua.

Si comprende quindi perché gli ucraini tengano tanto alla loro indipendenza. In passato i proventi di queste immense ricchezze andavano ad arricchire le casse degli zar prima, e quelle sovietiche in seguito. Ben poco restava in loco. L’indipendenza è quindi necessaria affinché i suddetti proventi vadano a beneficio dei cittadini ucraini, pur sapendo che nel Paese esiste una corruzione endemica e diffusa.

In effetti l’Ucraina (in particolare il Donbass) è il territorio europeo più ricco di cosiddette “terre rare” come lantanio, cerio, ittrio, neodimio, tutte indispensabili per le memorie dei PC, le batterie ricaricabili per automobili elettriche, e gli smartphone. Indispensabili anche per la transizione green che, a dispetto dell’entusiasmo suscitato, è in realtà molto più costosa di quanto comunemente si creda.

Se a tutto questo aggiungiamo che l’Ucraina è al secondo posto in Europa per depositi di gas naturale, con circa 1,2 trilioni di metri cubi, il quadro è abbastanza completo.

E’ quindi giunto il momento di smetterla con la retorica dei nazionalismi, e di comprendere che questo conflitto ha in primo luogo motivazioni economiche. Chi controlla l’Ucraina controlla anche risorse energetiche e minerarie tra le più impotanti del nostro pianeta.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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