– Consentitemi di provare nausea per i massacri rituali, con un sindaco eroe del sisma già sbattuto in prima pagina, come indagato e le migliaia di atleti diversamente abili, in procinto di dar vita alle Paralimpiadi di Rio, sotto l’alea incombente del doping, che ha già lasciato a casa l’intera delegazione russa, mentre la padrona di casa, la Presidente del Brasile Dilma Rousseff viene disarcionata. Tutto questo fa eco all’appuntamento italo tedesco in casa Ferrari, dove uno degli argomenti è stato quello di organizzare eventi filantropici a favore dei terremotati con il mondo del calcio. Si è parlato anche di immigrazione, ormai soltanto afro-italiana, mentre volano stracci mediatici sul “Fertility Day”, palesemente concepito per bilanciare lo squilibrio in progressione geometrica tra arrivi extracomunitari e la denatalità italica, che ci pone sull’orlo di una crisi di nervi. Tornando però all’aspetto nobile dei Giochi Paralimpici in programma a Rio dal 7 al 18 di settembre, passo la penna al cardinale Gianfranco Ravasi, che ha delega dal Vaticano per la cultura e lo sport : ” Questo evento ha una storia importante alle spalle, ha un itinerario cominciato da lontano. Perché un Dicastero della Cultura si interessa dello sport? Per una ragione strutturale: lo sport, come la musica, sono due linguaggi universali, attualmente. Sono un modo di comunicare. tra i giovani, fondamentale. La cultura deve interessarsi allo sport, che ha una genesi di tipo sacrale. Il mondo classico ha sempre connesso l’aspetto agonistico con la dimensione poetica, unendo nelle olimpiadi gare atletiche e di poesia. E’ significativo che vengano chiamate ‘Para’limpiadi, con una preposizione greca che indica qualcosa di pari, di egual livello, eppure diversa, ma non inferiore. Sport è tentativo di superare le sfide, il limite. Per questo è emblema della grandezza dell’uomo e della donna, che tendono ad andare oltre, verso il trascendente, il divino”.