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Attualità

La novità Elly Schlein

Già si sapeva che la politica italiana è diventata sempre più indecifrabile, al punto che i politologi si azzardano raramente a formulare previsioni (le quali, invece, sono una componente decisiva del loro lavoro).

E non parlo solo dell’Italia. Tutte le nazioni dell’Occidente sono attraversate da una grave incertezza. I partiti tradizionali spariscono, e al loro posto compaiono forze politiche proteiformi e dalla natura incerta. Basti pensare, per esempio, a quanto sta accadendo in Francia e in Spagna.

Nel nostro Paese, dopo l’avvento a Palazzo Chigi di una premier dichiaratamente di destra, un’altra grande sorpresa giunge dal fronte opposto. A seguito dell’esito del voto nei circoli del PD, tutti (o quasi) si attendevano la vittoria di Stefano Bonaccini, tipico esponente del riformismo tradizionale di sinistra.

E invece ha vinto Elly Schlein che ha preso più voti nei gazebo, rovesciando così una previsione che si dava per scontata. Attenzione però. Bonaccini e Schlein militano nello stesso partito, e hanno pure condiviso, come presidente e vice-presidente, il governo di una Regione importante quale l’Emilia-Romagna.

Ma rappresentano culture e visioni del mondo assai diverse. Il governatore perdente è espressione del filone riformista dell’ex PCI, poco massimalista e attento al dialogo con i socialisti, tanto italiani che europei

La vice-governatrice vincente è su posizioni radicali, nel senso del vecchio Partito radicale di Marco Pannella. Una cultura “arcobaleno”, dunque, attenta ai diritti della comunità LGBT, favorevole all’immigrazione senza limiti e alla patrimoniale.

Del resto è nata in Svizzera, ha il passaporto italiano, svizzero e USA (il padre è un docente universitario americano), e ha pure ascendenze ebraiche grazie appunto al padre. Dunque è sempre vissuta in un ambiente internazionale, e i suoi discorsi sono “poitically correct”.

Con lei quasi sicuramente il PD cambierà pelle, diventando un rinnovato Partito radicale vicino sotto molti aspetti al Movimento grillino. La sinistra, in Italia come altrove, oggi è questo. Diritti, difesa delle teorie gender, correttezza politica spinta al massimo.

Basterà tutto questo a far diventare il PD partito maggioritario? E si assisterà a uno scontro muro contro muro con il governo Meloni? Chi ha una certa età ricorda una sinistra diversa che, probabilmente, non tornerà più. Siamo condannati alla confusione permanente, tratto distintivo della nuova realtà politica (e non solo).

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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