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Editoriale

La grande ambiguità indiana

La grande ambiguità indiana. Quando alla metà degli anni ’60 del secolo scorso Mao Zedong lanciò la “Rivoluzione culturale” dominata dalle Guardie Rosse a lui fedeli, affermò che “grande è la confusione sotto il cielo”, aggiungendo subito dopo: “quindi la situazione è eccellente!”.

La prima frase va bene anche in un periodo storico come l’attuale caratterizzato, per l’appunto, da una confusione crescente sul piano internazionale. C’è da dubitare, tuttavia, che la seconda frase maoista vada altrettanto bene.

L’unica cosa certa è che l’ordine mondiale dominato dagli USA e, più in generale, dall’Occidente, versa in uno stato di profonda crisi. Le potenze autoritarie, con in testa la Cina di Xi Jinping e la Russia di Vladimir Putin, tentano in ogni modo di rovesciarlo anche se, finora, l’operazione ha avuto un successo solo parziale.

Un esempio paradigmatico è fornito dalla grande esercitazione militare organizzata da Putin in territorio russo e denominata Vostok (che significa “Oriente”). Ad essa parteciperanno unità militari cinesi dell’Esercito Popolare di Liberazione, nonché truppe di Mongolia, Bielorussia, Tagikistan e, a quanto pare, anche della Corea del Nord.

Sin qui nulla di nuovo, giacché esercitazioni russo-cinesi di questo tipo si sono già svolte in passato. La grande novità è che saranno presenti pure unità militari della Federazione Indiana, fatto che ha sorpreso non poco gli osservatori internazionali.

L’india, infatti, fa contemporaneamente parte anche del “Quadrilateral Security Dialogue” (QUAD) con USA, Australia e Giappone. Si tratta di un’alleanza che ha lo scopo di contrastare l’espansionismo cinese nell’Indo-Pacifico. Ci si chiede quindi come possano i militari di New Delhi partecipare a manovre congiunte con quelli di Pechino.

Si rammenti inoltre che i due colossi asiatici sono impegnati in un conflitto sanguinoso nella regione dell’Himalaya, che causa ogni anno un alto numero di caduti di entrambe le parti. Sarebbe interessante sapere cosa si diranno i comandanti dei due eserciti “nemici” impegnati nell’esercitazione comune in Russia.

Come se non bastasse, gli indiani accusano i cinesi di aver inviato una nave-spia in un porto dello Sri Lanka, che New Delhi considera un Paese inserito nella sua sfera d’influenza. Dunque la confusione è davvero grande, ma ciò non significa affermare, come faceva Mao, che la situazione è eccellente.

In realtà la politica estera ambigua di molte nazioni (altro caso è la Turchia di Erdogan) mette a serio rischio una pace mondiale già traballante, inducendo ad essere pessimisti anche circa le prospettive future dell’economia e del commercio globali.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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Michele Marsonet
Tags: india

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