Le pagelle Mondiali di Marco Edoardo Sanfelici
SZCZESNY 9 Szczesnyone mio! Paratore seriale di palle decisive, di occasioni uniche e isolate, come segnato dal destino di estremo difensore nell’Olimpo della tradizione juventina Dice no anche al tiro dal dischetto e immediatamente al tentativo di “tap in”: roba da Superman
In un solo colpo emula il portiere della nazionale rumena, tal Saracinescu e l’omologo greco: Parapuri Lirigùris.
Da oggi Wojciech è il terzo polacco più importante della storia, dopo Papa Woytiła e Chopin.
DANILO N.G. Costretto a tifare “verdeoro”, come un qualunque aficionado per colpa di Eupalla.
BREMER N.G. Quanto sa di sal,l’araba panca…
ALEX SANDRO 7 Messo largo che più largo non si può a sinistra, con la licenza di venire dentro il campo. Impreziosisce la prestazione con una “ruleta” alla Zidane e non permette pericolo alcuno ai “mastri orologiai”.
Continua la sua ottima condizione già evidenziata nelle ultime gare juventine, ma pare che gli antiallegriani non se ne siano accorti, impediti come sono dalle rotelle incrocchiate.
McKENNIE 6,5 Gioca stoicamente (in preda ad autentica “aponia” epicurea) non ostante gli strascichi dell’infortunio. Dura un tempo, come nelle migliori esibizioni in bianconero. La sostanza però è tutt’altro che scarsa. Ha una corsa arrembante, ma fluida. Pecca di precisione in una delle poche conclusioni di una partita da abbiocco profondo. Sostituito e salvato da complicazioni.
PAREDES N.G. La panchina per ora è il suo habitat nell’ecosistema transalpino.
RABIOT 7 Gli impegni concedono a chi “pagella” solo una mezzora di partita, ma sufficiente per segnalare un gran colpo di testa respinto da Schmeichel figlio. Le fonti riportano di un quasi goal in semirovesciata. E allora di che parliamo? Di un Adrien che da quando entra in area è un iradiddio. Secondo voi, Allegri gli aveva ordinato di non farlo?
KOSTIC 7 Poche storie, Filip è l’acquisto più azzeccato dell’estate scorsa in casa Juve. Difficilmente si estranea dalla manovra, viene pressoché cercato sempre dai compagni. Entra da par suo nell’azione da manuale della terza rete serba. Viene avvicendato giusto in tempo per non vederlo crollare esanime.
DI MARIA 6,5 Le fonti sussurrano di un assist sul goal di Messi, che sblocca l’incontro. Della serie: entro sempre nel gioco, o di riffa o di raffa. I soliti 70 minuti di gran classe e poi… “pensateci voi, io ho già dato”.
MILIK 6 Mi ricorda il prototipo dell’operaio dei cantieri di Danzica. Applicazione al parossismo, ma non una briciola di fantasia. Duro e monotono come le onde del Baltico. E’ perseguitato dalla sfiga, Arkadiusz nostro e la traversa di giornata lo sta a testimoniare. Altri 70 minuti da polacco puro e disincantato. Si consola con la vittoria del crociato (tipo medioevo, i legamenti per fortuna non c’entrano) contro gli infedeli.
VLAHOVIC N.G. Il C.T. della Serbia non lo vede: pensare che è bello alto e largo. Quando però sul 3 a 3 di fronte al Cameroun, Stojkovic sostituisce un pimpante Milinkovic-Savic con un terzino per gestire il risultato, si capisce perché Dusan sta seduto a languire.
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