Guidonia+Montecelio%3A+Recuperata+dalla+GdF+ed+esposta+al+Museo+Lanciani+una+statua+della+Musa+Clio
lecodellitoraleit
/guidonia-montecelio-recuperata-dalla-gdf-ed-esposta-al-museo-lanciani-una-statua-della-musa-clio/amp/
Attualità

Guidonia Montecelio: Recuperata dalla GdF ed esposta al Museo Lanciani una statua della Musa Clio

È stato presentato, sabato presso il Museo Archeologico Rodolfo Lanciani, un nuovo reperto che va ad arricchire l’esposizione di reperti romani. L’opera, una statua di una Musa, è stata sistemata all’interno del Museo di Montecelio in una sala con altri reperti recuperati dalle Fiamme Gialle.

Il Museo Lanciani si conferma così un punto di riferimento per gli appassionati di archeologia e per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza dell’antica civiltà romana.

La scoperta della statua è stata possibile grazie alle indagini svolte dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma che, nel corso di accertamenti antiriciclaggio, sono giunti nel mese di aprile alla individuazione del possessore dell’opera, il quale è risultato sprovvisto di documentazione che ne giustificasse la legittima detenzione.
L’uomo veniva quindi segnalato alla Procura della Repubblica di Tivoli per ricettazione di beni culturali, mentre la scultura, dopo il sequestro, è stata affidata al Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Guidonia Montecelio per l’esecuzione di approfonditi esami volti a rilevarne l’autenticità e il luogo di primigenia giacitura.

“Accogliamo con grande piacere questa nuova opera all’interno del nostro museo – commenta l’assessore alla Cultura Michela Pauselli -. Seppur provvisoriamente il Lanciani avrà in mostra un altro tesoro e di questo dobbiamo ringraziare prima di tutto la Guardia di Finanza, che è riuscita a recuperare la statua, la procura di Tivoli per averne concesso l’esposizione e il direttore scientifico Zaccaria Mari che sta studiando questo nuovo reperto. Continua, così, il processo di crescita del museo archeologico che ha già portato, in questi mesi, alla riapertura del secondo piano e dell’archivio storico, all’esposizione di nuovi reperti, all’inaugurazione di due nuove mostre, al ritorno della Triade Capitolina che si va ad aggiungere al Busto di Settimio Severo e al Sarcofago della Galatomachia. Vogliamo che il Lanciani cresca ancora e vogliamo sfruttare al meglio tutte le sue potenzialità”.

LA STATUA

La statua in marmo bianco, alta 124 centimetri, è databile al periodo compreso tra la fine del II sec. d.C. e il III sec. d.C.
La figura, con la gamba sinistra leggermente avanzata ed entrambi i piedi sporgenti dall’orlo del panneggio, è interamente vestita. Indossa un chitone lungo fino ai piedi, con apoptygma, cinto da un sottile cordone sotto il seno, e reca un mantello che scende largo a coprire la schiena, fermato sulle spalle da due lembi ricadenti a triangolo; le pieghe del chitone, come quelle dei lembi del mantello, sono fitte e sottili sul busto, mentre quasi si annullano sulle gambe, tanto da mettere in risalto le forme anatomiche.
Il choròs delle Muse – figlie di Zeus e Mnemosine, divinità “olimpiche” di rango elevatissimo, ispiratrici delle arti, poste sotto la guida e protezione di Apollo – entrò nella letteratura e nell’arte greca sin dal periodo arcaico, ma è in età classica che le Mousai divennero soggetto ricorrente nella statuaria ad opera di celebri scultori (Cefisodoto, Prassitele, Lisippo). A partire dall’ellenismo le rappresentazioni delle muse, che si distinsero sempre più nell’ambito del choròs in base alla loro funzione, definendo la propria iconografia con differenti attributi, vesti e postura, aumentarono consistentemente. In età tardo-repubblicana e imperiale vennero predilette, anche solo come motivo decorativo, in mosaici, pitture, rilievi; di qui i frequenti rinvenimenti in villae e domus. Un capitolo a parte è costituito dalle fortunate raffigurazioni di Musae, spesso di notevole livello artistico, sui sarcofagi urbani del II-III sec. d.C. Qui le figure ad altorilievo conservano in genere gli attributi che invece spesso nelle sculture sono perduti.
La statua corrisponde perfettamente al tipo iconografico utilizzato soprattutto per Clio, la musa della poesia epica e della storia. Gli attributi di questa musa sono il dittico (la coppia di tavolette legate insieme su cui scrive) tenuto con la mano sinistra, generalmente all’altezza della vita, e lo stilo nella mano destra, che può essere discosta e alzata, abbassata o, più di rado, protesa verso un calamaio.
Pur essendo le statue di Muse collocate anche all’interno di edifici pubblici (civili e di culto), assai frequente era la loro presenza in ambito privato, come le numerose villae residenziali nei dintorni di Roma.
Nonostante le mutilazioni e l’esecuzione riconducile a un lavoro di bottega, l’opera conserva i caratteri fondamentali del tipo iconografico di riferimento (soprattutto lo slancio verticale e l’impostazione della figura) che ne fanno un reperto archeologico di indubbio interesse.

Fabrizio Gerolla

Recent Posts

“Gravitations” è il nuovo album degli You Beast You Act

Da venerdì 25 ottobre 2024 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e…

4 ore ago

“Cosmo” è il singolo d’esordio dei Gravenia

Da venerdì 25 ottobre 2024 sarà in rotazione radiofonica “COSMO” (Overdub Recordings), il primo singolo…

5 ore ago

“È l’uomo mio” è il nuovo singolo di Lemó

Dal 25 ottobre 2024 sarà in rotazione radiofonica “È l'uomo mio”, il nuovo singolo di …

10 ore ago

Casalnuovo: sold out al Parco delle Chiocciole per la seconda edizione di ZUCCANDO

Ennesima iniziativa di successo per Giovanni Nappi con la seconda edizione di “Zuccando”, la festa…

1 giorno ago

Splendida doppietta Ferrari ad Austin, Leclerc precede Sainz

"L'obiettivo e' il titolo, ma la strada e' lunga", dice il monegasco al termine della…

2 giorni ago

Gol di Lautaro e l’Inter espugna l’Olimpico, 1-0 alla Roma

I nerazzurri di Inzaghi restano al secondo posto a -2 dal Napoli

2 giorni ago