Per evitare problemi alla popolazione e contrastare efficacemente il caldo estivo, la Regione Lazio ha attivato il Piano per le ondate di calore.
Obiettivo dell’iniziativa è, in particolare, quello di andare incontro alle esigenze degli anziani per garantire loro la necessaria assistenza nelle giornate con le temperature più alte.
La copertura assistenziale, spiega una nota della Regione Lazio, è assicurata da oltre 5mila medici di medicina generale, che hanno aderito al piano di sorveglianza per affrontare l’emergenza caldo. Ciascun paziente a rischio è inserito nel programma attraverso una scheda personale. In sei città del Lazio – Roma, Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti e Civitavecchia – sono attivi specifici sistemi di allarme allo scopo di modulare gli interventi.
Chi vuole può gestire la situazione attraverso lo smartphone, scaricando l’App “Caldo Salute”, dove è possibile consultare i bollettini d’allarme emanati ogni giorno dal Ministero della Salute.
“Un Piano di prevenzione e assistenza – spiega l’Assessore alla Sanità e Integrazione Socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato – che prevede una sorveglianza attiva sulla popolazione target, sulla base dei quattro diversi livelli di rischio definiti dal Dipartimento di Epidemiologia. Un ruolo molto importante è quello dei medici di medicina Generale che desidero ringraziare, che possono includere i pazienti per tutto il periodo in cui il programma è attivo, privilegiando i pazienti con punteggio più elevato (livello 3 e 4)“.
Come accennato, gli anziani, over 65, sono la fascia di popolazione più a rischio, la cui mortalità è legata, oltre che al caldo, anche alla solitudine. La Comunità di Sant’Egidio, con il presidente Marco Impagliazzo, ha sottolineato che in Italia l’isolamento sociale degli anziani è in preoccupante crescita, con il 33% (3,8 milioni) delle famiglie composte da una persona e oltre il 50% degli over 85 che vivono da soli.
Nelle grandi città, poi, le percentuali aumentano, come a Roma dove il 44% dei nuclei familiari è composto da persone sole con un record del 62,3 % nel I Municipio, per un totale di 250mila anziani che vivono soli.
“Ci vuole un indirizzo politico che rispecchi i nostri valori e le nostre tradizioni – ha dichiarato Impagliazzo – e bisogna fare di tutto perché gli anziani vivano a casa propria”.
Tre le proposte principali: permettere l’ingresso ad almeno 50mila assistenti familiari, le cosiddette badanti; aprire a soluzioni abitative alternative, come condomini protetti per favorire il co-housing; insistere col programma di monitoraggio ‘Viva gli anziani’, che coinvolge la Comunità di Sant’Egidio, il Ministero della Salute e il Comune di Roma. Il programma “è attivo dal 2004, è dedicato agli ultra 80enni e ha seguito 15mila anziani con 350mila interventi. Ha mobilitato tante forze della società civile per gli anziani, riducendo l’ospedalizzazione del 10% e del 40% il ricovero in strutture o Rsa”.
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